Ho conosciuto Simone Pacini nel 2008, anno in cui nasce “Fattiditeatro” il blog teatrale che vede la genesi come gruppo su Facebook e che è diventato, nel tempo, un brand trasversale dentro e fuori il web. Grazie a Simone ho continuato i miei passi tra recensioni varie in Toscana, terra in cui ho vissuto per molti anni. Oggi mi ritrovo a chiudere l’ultima pagina del suo libro Il teatro sulla Francigena- Trenta attori in cammino dalla Toscana alla Francia edito da SilvanaEditoriale e a volerne scrivere le mie impressioni, con orgoglio e con un sorriso sulle labbra, perché è questo quello che lascia un documento del genere.
Dalla collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana e Théâtre École d’Aquitaine, nel 2013 nasce l’idea di un laboratorio itinerante, ribattezzato dall’autore del libro #teatrosuduepiedi. Simone decide di documentare l’avventura di 300 chilometri compiuta a piedi tra la via Francigena toscana e la regione della Lot-et-Garonne in Francia, passando dalla Corsica e da Marsiglia, scrivendo ogni propria sensazione su dei diari che poi ha generosamente tramutato in questo piccolo e significativo libro.
Ho iniziato la lettura di questo diario di bordo divorando ogni pagina come si fa con un qualsiasi taccuino moleskine consumato dall’inchiostro, carico di fotografie, scontrini, biglietti per ricordare anche i posti dove si è consumato un pasto frugale e gioioso. Mi sono addentrata in ogni passo compiuto, dove la fatica a tratti si percepisce, ma sempre in maniera minore rispetto all’entusiasmo di partecipare a un evento itinerante in cui anime, tante, si sono mosse all’unisono dettate da un unico credo: il fare teatro, appunto.
«È fondamentale fare squadra per creare una fiducia reciproca, per conoscere il proprio compagno e rispettare il proprio avversario. È un principio dello sport e anche del teatro», scrive l’autore nella prima pagina. È fondamentale ricordare che, prima di ogni mise en scène (che sia in un teatro o in una piazza) ci sia l’intento di testimoniare incontri, scambi, ascolti tra persone. Persone pronte a mettersi a nudo (perché è anche questo fare teatro) l’una di fronte all’altra nel rispetto della scoperta di un nuovo prima sconosciuto.
Con animo candido e con entusiasmo, il Pacini riporta il cammino che ha percorso, a piedi, insieme agli artisti, riportando tutto attraverso un progetto di social media storytelling (#teatrosu2piedi – I commedianti dell’arte 2.0 del terzo millennio). L’autore lo ha fatto senza risparmiare niente, nemmeno un po’ di gergo toscano (terra natìa) «anche il pranzo al camping non si smentisce: penne al ragù di cignale», incastrando visite in tappe obbligatorie di un percorso in terre mai viste bene: «Attraversare la Toscana a piedi è il modo per scoprirla passo dopo passo nella sua bellezza». Tra un pasto, un passo, un sole e una pioggia spiccano, scanditi da orari precisi, spettacoli teatrali in contesti bucolici, come, per esempio, Senza confini. Ebrei e zingari di e con Moni Ovadia; Il matto e la morte di Dario Fo; il Pulcinella italiano; il Decameron di Boccaccio. Siamo ancora in Italia, tra il buon vino e il buon cibo.
La Corsica, in questa terra dove «i còrsi assomigliano agli italiani, parlano italiano, si sentono italiani. Ma sono francesi», diventa un’altra tappa dopo l’Italia. Un “mezzo” per continuare il cammino prefissato e arrivare all’obiettivo finale: Marsiglia, appunto. Qui, Simone e gli altri vengono accolti da un’importante realtà: l’ARIA, associazione che si occupa di educazione e formazione per la creazione teatrale, fondata nel 1998 dall’attore e regista francese Robin Renucci. Poi sbarcano, finalmente, a Marsiglia, capitale della cultura 2013. Da qui e fino alla fine, le note del Pacini sono quelle di un osservatore, curioso, che annota il piacere non solo di gusti e paesaggi nuovi, ma di nuovi modi di vivere e intendere il teatro in comunione, come ha tenuto a sottolineare fin dall’inizio. Gli aggettivi spesso usati sono “surreale”, “interessante”, “commovente”. E non che il percorso compiuto precedentemente nella sua Toscana non fosse pregno di altrettanti aggettivi, ne siamo consapevoli. Soltanto che lo stupore genuino (come la scrittura che rimanda al tono dello scrittore, per chi lo conosce) in questa seconda fase si percepisce in una maniera più diretta, persino più autentica.
Simone Pacini si ferma, in ultimo, in un congedo poetico, intimo, tipico di un malinconico toscano che sa far scappare un sorriso amaro.
Il teatro sulla Francigena. Trenta attori in cammino dalla Toscana alla Francia
di Simone Pacini
introduzione Paolo Magelli
contributii Andrea Porcheddu e Carlo Infante
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2018, pp. 88, € 10,00.