Alle otto del mattino la sala PalaBiennale è già piena. Durante la proiezione ogni tanto mi guardo intorno. Questa immensa esperienza collettiva, dopo gli ultimi due anni di isolamento, mi sembra impossibile. Non ho mai
Monica Francia danzatrice, autrice, performer, didatta ma anche operatrice culturale nel senso più ampio del termine, guardando oltre l’orizzonte della propria esperienza nel sostenere giovani generazioni di coreografi e/o danzatori. Le abbiamo chiesto di autopresentarsi:
Scene/Ciò che resta è la terza ed ultima tappa di Esercizi di memoria con Marcello Sambati. Dal ricordo delle regie della Passione agli interventi nomadi per il venticinquennale della morte di Pier Paolo Pasolini, il
Perdersi a San Gimignano, una città «lunga 900 metri e larga grosso modo 400» è pressoché impossibile, scrive Marco Lisi nella sua anti-guida turistica (Tarka, 2021). È vero, non è difficile tracciare un reticolato in
Le ferite ci abitano e noi abitiamo loro. È questo ciò che il poeta francese Joë Bousquet, gravemente colpito in battaglia e rimasto paralizzato, sembra voler esprimere in questo verso: «La mia ferita esisteva prima
È abbastanza difficile descrivere i lavori di Stefano Napoli perché, per la cura e gli studi che il regista dedica a ciascuna delle sue opere, è sempre necessario risalire ai molti riferimenti culturali che ne
In Iraq i mercati dei libri restano incustoditi la notte per strada perché gli iracheni credono che: «Un lettore non ruba e un ladro non legge». Una delle tante leggi non scritte che silenziosamente regolano
È un abbraccio tenero tra il presente e il passato, quello che si stringe sui palcoscenici del Segesta Teatro Festival, nella provincia di Trapani, quest’anno diretto per la prima volta da Claudio Collovà, regista, autore
È una salita che prova le gambe e il fiato dei meno allenati quella che porta al Gran Cono del Vesuvio ma il sentiero che conduce all’enorme cratere offre un panorama sul Golfo di Napoli
«Migrare non è un semplice movimento, ma uno scambio complesso di luogo che si compie nell’incontro con lo straniero. Chi emigra non chiede di circolare liberamente per il pianeta; spera piuttosto di essere infine accolto.