Non sempre la percezione in atto di uno spettacolo coincide con il giudizio maturato alla fine. Raccontarlo come una soggettiva, dando voce alle impressioni che ha prodotto in chi scrive mentre vi stava assistendo, significa
Nel 2011 l’avventura di Rossella Viti e Roberto Giannini, già uniti oltre che nella vita anche nell’arte sotto la bandiera dell’Associazione Ippocampo e Vocabolomacchia teatro.studio, si arricchisce del ruolo di ideatori della residenza artistica Verdecoprente,
Sin dagli esordi, nel 2012, La Grazia Obliqua (Alessandro Bellotta voce e chitarra acustica; Alessandra “Trinity” Bersiani voce, synth, programming e flauto; Francesco Ciancio chitarra; Carlo Cruciani basso; Valerio Michetti batteria; Alessandra Meneghello visuals) si
Aggirarsi attorno a un nuraghe sulle colline della Marmilla, nell’entroterra meno battuto della Sardegna, tra fiori di cappero e cespugli di rosmarino. Gli occhi che vagano tra gli alberi e i sassi e le cuffie
L’ultimo film di Richard Linklater ora al cinema e presentato alla Biennale Cinema 2023, Fuori Concorso, non è solo una commedia d’azione, ma una vera e propria speculazione filosofica sulla finzione all’interno della finzione con
Innanzitutto, una domanda. Perché quando si mette in scena Ippolito portatore di corona di Euripide lo si intitola Fedra? Me lo ero domandato (ma tra me e me) quando Carmelo Rifici aveva diretto Elisabetta Pozzi
Sono lontani gli anni in cui il termine teatro-danza definiva quella linea di demarcazione, almeno fino ai primi anni Duemila, tra il concetto tutto interno all’ortodossia coreografica (anche sbilenca) e una prassi più “silvana”, per
«Ho detto che non voglio e non voglio». È con queste parole risolute che Cosimo Piovasco di Rondò, il protagonista de Il barone rampante di Italo Calvino, rifiuta a gran voce il piatto di lumache
Dopo aver indagato le trame interiori del rosso e del verde, Stefano Ricci e Gianni Forte hanno consegnato, per l’ultima edizione della loro Biennale Teatro, le sfumature del nero e del bianco. Per dare un’idea
Si parte dalla fine, dal dibattito post-spettacolo. Da sette sedie che un uomo vestito di nero dispone sul palco. Il suo nome è Peter Seynaeve e si presenta come il responsabile dei ragazzi, 1 bambino