Una nuvola di vapore si alza dalla scena. Avvolge tre corpi con il capo protetto da caschi che nascondono il volto e avanzano, lentamente. Paiono dolenti, sotto sforzo, rettili che si sono sollevati da terra
Ventotto anni non sono pochi, lì a macinare coreografie espanse, accenti linguistici spossessati di uno spazio scenico canonico e ripensati per piazze, strade e cortili, persino riversi in parchi in quell’incedere di un quotidiano via
A teatro può succedere di tutto. Si può anche entrare convinti di essere solo spettatori e ritrovarsi invece improvvisamente giudici di una corte che dovrà stabilire quale pena attribuire a un criminale, in questo caso
Di “strani casi” è costellato il territorio dell’immaginario (basta fare un giro sul web per averne conferma fin dai titoli). Ma anche la storia e la cronaca italiane, dunque la realtà, non ce ne risparmiano,
Definire Michela Murgia scrittrice è riduttivo. Non perché non lo sia, anzi, la sua prosa “sciolta” e al contempo ricca di perifrasi volumetriche che non rimangono adagiate nel tormento del quotidiano, seppure lo attraversino con