Effimero, fuggevole, fugace, scritto nell’acqua.
Che il teatro lasci dietro di sé scie e rovine è un fatto.
Ma è soprattutto la sua fortuna.
Senza oblio il teatro non avrebbe le sue storie e le sue resurrezioni.
Se dura non dipende dalla sua materia pubblica, lo spettacolo.
La domanda autentica è un’altra? Come si perde il teatro, quando si perde?
È questa dissipazione a decidere la consistenza delle tracce di opere e persone, azioni e incontri, coraggio testardo e rinunce.
Diceva un famoso regista: «Non è importante la prima di uno spettacolo, è l’ultima che è importante». È da qui che inizia il viaggio nelle menti degli spettatori.
Esercizi di memoria è un’offerta di dialoghi, immagini e riflessioni costruita insieme a uomini e donne del teatro e della danza. Non chiediamo di ricordare, non li intervistiamo. Cerchiamo solo di complicare loro un po’ la vita prima dei nostri appuntamenti. Chiediamo loro di portare una piccola valigia dove gettare dentro, senza pensarci troppo, oggetti, libri, immagini, musiche, o qualsiasi altra cosa intorno alla quale sono annidati i crocevia del loro lavoro, della loro vita nell’arte.
Li devono scovare, cominciano gli esercizi….
Così inizia il viaggio alla scoperta di quello che non sapevano di aver dimenticato.
Qualche altra volta capiterà, invece, che saremo noi, il gruppo di Esercizi di memoria, ad offrirvi tracce, documenti, immagini accumulati o conservati in archivi pubblici e privati.
Ci accorgiamo della loro sopravvivenza quando, ridestati dai dialoghi con i nostri ospiti, tornano a visitarci.
È sempre commovente accorgersi quante cose abbiamo accumulato per perderle a futura memoria!
Benvenuti in questa nuova rubrica che, come una scialuppa per naviganti alla deriva, intende dare corpo e voce a una scena del vivente attraverso documenti e memorie capaci di rielaborare il racconto di esperienze esemplari. Una mappatura di significati recuperati setacciando momenti cruciali di storie, passaggi esistenziali decisivi, abbandoni o separazioni di comunità o resistenza estrema al mutare dei tempi: un vocabolario ancora disponibile per vivificare le scene del presente.
Ogni appuntamento sarà caratterizzato dalla ricreazione delle conversazioni e dei ricordi dei nostri interlocutori speciali attraverso cinque parole chiave:
Contagio, Crocevia, Apprendere, Scene, Ciò che resta.
La rubrica Esercizi di memoria è a cura di Stefano Geraci e di Paolo Ruffini.
Un progetto realizzato con Emanuela Bauco, Elisa Callia D’Iddio, Tiziano Di Muzio, Massimo Giardino, Marta Marinelli, Andrea Scappa, in collaborazione con la Biblioteca di Arti dello Spettacolo dell’Università di Roma Tre.