Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare è tratto dall’omonimo grande classico della letteratura per ragazzi dell’australiano Colin Thiele del 1964.
Il film è una storia toccante, ricca di bellezza, amore, dedizione e libertà. Un racconto poetico, dalla inarrestabile intensità emotiva, che traccia un legame simbiotico e complementare tra uomo e mondo animale, dove l’essere umano trova il suo habitat ideale, la sua dimensione perfetta con gli animali all’insegna dell’amore e del rispetto reciproci.
Diretto dal cineasta australiano Shawn Seet, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, è la storia di Michael Kingley, nonno e uomo d’affari in pensione, interpretato dal premio Oscar Geoffrey Rush, che di ritorno sul litorale meridionale dell’Australia, dove ha vissuto la sua infanzia, per la votazione di una mozione che rischierebbe di impattare l’eco – sistema di quella terra libera e selvaggia, racconta la propria storia alla nipote Maddy, ragazza sensibile alle tematiche ambientali ed ecologiche, ripercorrendo tutte le tappe più autentiche della sua esistenza.
Il film è un continuo susseguirsi, un rincorrersi, tra passato e presente. I ricordi di Michael adulto, spesso nostalgico e malinconico, si intrecciano ripetutamente con i sogni, l’innocenza e l’entusiasmo del piccolo Michael, interpretato da Finn Little, alla sua prima apparizione sul grande schermo.
Torna nel sentito racconto, il rapporto speciale con il padre (Jai Courtney) e vengono rievocati aneddoti e vicissitudini dell’infanzia, troppo dolorosa per il piccolo Michael, cresciuto da solo con il padre.
Da piccolo Michael salva e cresce tre pellicani appena nati e con uno di loro, chiamato da lui Mr. Percival, instaura un rapporto speciale, che cambierà per sempre la sua vita. L’amore e la dedizione del piccolo Michael per i pellicani colpiscono e travolgono il pubblico. Il mondo animale, spesso, ci parla e ci ascolta molto di più di quanto si possa immaginare. Emblematiche alcune sequenze, dove il pellicano compie un vero atto eroico, grazie alla complicità e all’affetto di Michael.
Note di merito vanno alle musiche di Alan John, alla suggestiva fotografia di Bruce Young e anche al doppiaggio italiano. A prestare la voce al protagonista Geoffrey Rush, il Maestro Rodolfo Bianchi.