La domenica pomeriggio a Roma è un ottimo momento per trascorrere del tempo tra le mani materne dell’arte. Mostre, teatri, dipinti e piccoli gioielli culturali nascosti nei meandri di questa ostile, ma romantica città. Il Teatro Valle è uno di questi gioielli. È il più antico teatro moderno di Roma e si trova nel rione di Sant’Eustachio. Come tutti sappiamo, al momento non è in attività. Purtroppo!
E allora perché non accogliere le iniziative artistiche come tentativi di salvataggio? Come un modo per far rivivere, anche solo per un istante, quelle mura decadenti che novantotto anni fa hanno visto andare in scena per la prima volta i Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello? Forse è un’utopia, ma tutti noi dovremmo sentirci in dovere di difendere e di salvaguardare uno spazio culturale come il Teatro Valle. Tutta la comunità civile e non solo gli appassionati di teatro.
Proprio al Teatro Valle, fino al prossimo 17 febbraio, il Teatro di Roma ha organizzato – in collaborazione con Odin Teatret, Abraxa Teatro, Teatro Vascello, Università di Roma Tre (Biblioteca delle Arti) – una mostra dal titolo Gli spazi segreti dell’Odin Teatret che celebra l’attività di uno dei più grandi registi e pedagoghi teatrali del Novecento, Eugenio Barba, e della sua compagnia, l’Odin Teatret, fondata nel 1964.
Installazioni, proiezioni video, film e scenografie illustrano diversi aspetti della relazione originale che lo storico gruppo ha istituito negli anni con lo spazio: «luogo d’incontro tra attore e spettatore, tempo condiviso, realtà di immaginazione e di conoscenza, habitat di spettacoli, casa del teatro e memoria degli spettatori». «Ho sempre avuto la sensazione che lo spazio teatrale sia solido», dichiara Eugenio Barba, «Uno spostamento di un attore ha conseguenze immediate sugli altri attori, uniti da invisibili legami di acciaio. Un passo ha come effetto una reazione equivalente da parte di tutti gli attori in scena. Ogni azione, sia pur minima, innesca una risposta percettibile. In questo mondo dinamico, lo spettatore diventa parte di un ingranaggio da orologio biologico». Il regista vede lo spazio come un “fiume”, come qualcosa di fluido. Un regno magico che si può riempire, svuotare, modellare.
Gli spazi segreti dell’Odin Teatret è una mostra elegante, sistemata in modo semplice ed efficace. Una mostra colorata. Fatta di vita, video proiezioni, vecchie fotografie, manifesti e dalle antiche mura che la accolgono. Un incontro tra opposti, destinati a incontrarsi per un brevissimo arco di tempo. Il Teatro Valle, simbolo di un teatro “drammatico” inimitabile che regnava sovrano agli inizi del Novecento, ma ormai dimenticato, e Eugenio Barba, uno dei più importanti pionieri della ricerca teatrale degli anni Sessanta, che osserva il teatro oltre se stesso, riconducendolo alla sua essenza primigenia. Non, dunque, un teatro finalizzato alla rappresentazione, ma un teatro inteso come esperienza vitale, luogo d’incontro umano tra attori e spettatori.
Una musica delicata accompagna il visitatore per tutta la durata dell’esposizione, creando un’atmosfera “fragile” e “riflessiva”.
Seguendo, poi, il percorso e addentrandosi nel cuore del teatro, proprio sul suo palcoscenico, si viene sorpresi da una maestosa scenografia: un albero-scultura presente nello spettacolo L’Albero – terzo capitolo di una Trilogia degli Innocenti – che verrà messo in scena al Teatro Vascello di Roma dal 13 al 24 febbraio.
Una mostra affascinante, romantica. Come sarebbe bello vedere quelle sale gremite di gente, immagine di un’Arte che risorge da se stessa, si modifica e torna a splendere come soltanto essa sa fare.
Gli spazi segreti dell’Odin Teatret, Teatro Valle, Roma, fino al 17 febbraio 2019.
La mostra sarà aperta ad ingresso libero giovedì, venerdì e sabato dalle ore 17.00 alle ore 20.00, domenica dalle ore 11.00 alle ore 18.00.
La mostra è inserita nel programma Odin Teatret a Roma 2019. Tutte le informazioni sul sito: https://odinteatret.dk/it/calendar/odin-teatret-a-roma-programma-completo/.