Creare e formare: i pilastri della danzatrice-coreografa Roberta Ferrara Intervista di Letizia Bernazza

Foto di Stefano Sasso

Classe 1988, Roberta Ferrara ha un’energia portentosa che trasferisce quotidianamente nel suo lavoro. Ma soprattutto ha le idee chiare: stabilire una relazione tra il creare e il formare. Due aspetti mai scissi nel suo percorso che si sono concretizzati nel tempo nelle due realtà di Equilibrio Dinamico Dance Company e in quella di Equilibrio Dinamico Ensemble. Roberta Ferrara con rigore, intelligenza e caparbietà, sta tracciando un percorso importante su più fronti: agire sul suo territorio, quello pugliese; offrire la possibilità a giovani danzatori di avere una formazione in grado di aprire loro nuove prospettive di crescita e di confronto continui; dare linfa vitale a Equilibrio Dinamico Dance Company attraverso relazioni con compagnie nazionali e internazionali.
In occasione della messinscena Young Hearts Run Free con Equilibrio Dinamico Ensemble al Teatrocittà di Roma lo scorso 7 aprile – dopo le tappe di Milano presso 140 Danza d’Autore e di Lecce al Gala International Ballet&Contemporany Dance Competition – abbiamo avuto l’occasione di incontrare Roberta Ferrara e di conversare con lei.

Foto di Stefano Sasso

Equilibrio Dinamico, nasce nel 2011 come compagnia per «offrire nel Sud Italia un kontejner di concrete possibilità tra formazione e tirocinio per giovani danzatori». Mi puoi raccontare come si è concretizzato il tuo progetto nel territorio pugliese?

Il mio desiderio è sempre stato quello di contribuire attivamente sul mio territorio, l’arte è una grande possibilità per imparare a vivere con valore.
Ho da subito sentito l’esigenza di voler dedicare parte del mio lavoro alla formazione, perché credo che solo formando per bene si possa davvero pensare di realizzare tutto quello che si desidera. Quindi, non ho scelto di creare Equilibrio Dinamico, è stata una necessità, ho creduto e credo in molti giovani che non hanno una linea guida, non conoscono, e vengono privati della possibilità di osservare davvero cosa il mondo offre.
Equilibrio Dinamico è, dunque, un kontejner di possibilità di studio, di confronto, di crescita che permette di instaurare connessioni con artisti e centri internazionali. Credo nelle collaborazioni, sono il bene e la forza di un progetto di formazione che vuole puntare su qualità e internazionalità.
Gradatamente Equilibrio Dinamico si è così scisso in Equilibrio Dinamico Ensemble e Equilibrio Dinamico Dance Company, elaborando così obiettivi differenti per garantire il meglio con chiarezza e goal chiaramente coesi. Ensemble si occupa esclusivamente di formazione sul nazionale con rapporti internazionali di scambi, come Giappone, Korea, India; è un programma educational che mira a promuovere la danza contemporanea in tutte le sue forme e idee. La proposta è internazionale e gli artisti ospiti condividono l’idea del progetto supportandola con possibilità di studio e performance extra programma. Ci prendiamo cura dei giovani che selezioniamo, sono il futuro e vanno coltivati con onestà e serietà.
Equilibrio Dinamico Dance Company, invece, è la compagnia, lo step successivo, formato attualmente da 7 danzatori professionisti. La compagnia ha un repertorio versatile con firme internazionali come Pokorny, Kirov, Blazquez, Buscarini. Dal 2014 la compagnia, con sede operativa su Bari, si apre alla collaborazione di un piano di produzione diretto da Vincenzo Losito, in breve tempo inizia ad attivarsi un network di interscambi tra Europa e Asia, con il sostegno del circuito regionale di promozione Teatro Pubblico Pugliese e degli Istituti Italiani di Cultura di Colonia, Messico, New York, São Paulo du Brazil, Zagabria e Atene. Il repertorio della compagnia è programmato all’interno di Teatri e Festival internazionali in Italia, USA, Svizzera, Cina, Messico, Singapore, Belgio, Germania, Grecia, Albania, India, Giappone, Spagna, Brasile con ottimo successo di critica e di pubblico.

 

Quali sono le tappe fondamentali che riconosci essenziali per il tuo percorso artistico?

Le tappe fondamentali sono le sfide che mi pongo ogni anno, sono passaggi di crescita che portano verso il “nuovo”. Ho bisogno di crescere e ho fame di sapere, osservare e comprendere come migliorare tutto quello che posso offrire. Ogni coreografo che è stato da noi ospite mi ha donato molto, ha donato tanto alla mia realtà. Le mie tappe, sono le tappe di un lavoro in team coeso che custodiamo con grande perseveranza e cura.
Ogni obiettivo raggiunto dalle residenze, ai tour, ai festival sono tutte tappe di incontro artistico fondamentali, Equilibrio Dinamico è una macchina di lavoro in costante crescita.
Personalmente necessito nello stesso tempo di ringraziare fortemente Korea Ballet House e English National Ballet School per la loro fiducia e stima come Ballet Augsburg; sono commissioni che creano relazioni importanti, con direttori che indubbiamente entrano nel tuo percorso artistico, lasciando una grande impronta. 

Foto di Stefano Sasso

Come concili il lavoro della compagnia di danza Equilibrio Dinamico e l’attività formativa dell’Educational Ensemble? E, soprattutto, quale è l’urgenza di affiancare al tuo lavoro di danzatrice e coreografa quello laboratoriale, finalizzato alla formazione di giovani danzatori? 

Amo creare e amo formare. Sono due fini che camminano accanto, non è facile per me in termini di tempo, ho riposto la mia vita totalmente nel mio lavoro perché mi riempie sostenere i giovani nel loro percorso formativo e mi inorgoglisce vedere una parte di me in scena. Ho bisogno di formare per credere che la creazione possa essere sostenuta da danzatori che hanno come strumento non solo il corpo ma anche la testa; tu formi loro totalmente, li rendi capaci di scegliere. Per l’amore e il rispetto che nutro del processo creativo voglio essere utile nel formare danzatori duttili, capaci e versatili. Tutto avviene grazie ad un team di lavoro vincente, ogni anno Ensemble ospita artisti differenti dotati non solo di grande professionalità ma anche di grande umiltà e questo rende il giovane danzatore consapevole di quanto i valori siano fondamentali per diventare professionista.

L’Educational Ensemble è stato arricchito negli anni dal contributo di artisti nazionali e internazionali attraverso un lavoro, impegnativo e rigoroso, che punta a creare nuove possibilità di “crescita” e di “confronto” per gli allievi. Come gestisci questo, non facile, obiettivo?

Il mio obiettivo è dare loro occasioni. Chi entra in Ensemble deve uscire diverso, arricchito sotto il profilo umano e artistico, deve per questo fidarsi e avere stima. Mi preoccupo della loro conoscenza perché voglio che siano in grado di saper scegliere e trovare la loro strada senza imbattersi in perdite di tempo. Capiti i punti di forza, su cosa lavorare e dove mirare, cerco di accompagnarli verso lidi dove loro stessi desiderano, è una sfida comune e tutto il lavoro ruota intorno alla realizzazione dei loro progetti futuri.

Young Hearts Run Free, ispirato a Romeo e Giulietta di William Shakespeare è la tua ultima creazione realizzata con l’Educational Ensemble. Il tema dell’amore è centrale nella tragedia del Bardo. Che tipo di lavoro hai fatto con i componenti del gruppo per «cantare simultaneamente l’innocenza e l’incoscienza» dei due giovani amanti?

Il lavoro è stato incentrato sullo sguardo, con alcuni task essenziali per riscoprirsi, per elaborare un lavoro di movimento e gesto onesto. Da un primo percorso di improvvisazione ci siamo spostati ad una struttura precisa coreografica dove i sei corpi si avvicinano e si allontano, ma restano in stretto contatto con gli occhi. Young Hearts Run Free sostanzialmente canta l’amore, farlo con un gruppo di giovani rende la partitura coreografica diretta e chiaramente leggibile, cantano la loro età e sono davvero brillanti. Giocano con il corpo, toccano più sfumature, dal lavoro singolo a quello corale. La musica è di Prokofiev ed è una tappeto sonoro che garantisce di per sé bellezza, io ho cavalcato semplicemente la bellezza stessa della musica con il corpo.

Foto di Stefano Sasso