Addentrarsi nel bosco, scoprire una radura. Affrontare il sentiero sapendo che oltre a ciò in cui siamo immersi – lo insegnava René Daumal – la salita porta innanzitutto a scoprire qualcosa di noi, a interrogarsi sui nostri limiti e a percepire il dialogo di cui siamo parte nell’ecosistema. Preparatevi a compiere un’esperienza spiazzante se passate dalle parti di Vorno, una frazione a due passi da Lucca. Perché qui, più precisamente nella Tenuta dello Scompiglio, l’evento teatrale si colloca in una scena più ampia, dove natura e tecnologia si ibridano e il corpo, nella produzione del senso, vale quanto i terrazzamenti secolari, i filari della vigna madre, il complesso dei casolari adibiti oggi a strutture d’arte e di accoglienza. Lo abbiamo sperimentato durante On the corner, la più recente produzione della compagnia guidata da Cecilia Bertoni che proprio qui si è radicata da quasi tre lustri generando una fra le più originali residenze di ricerca creativa.Il percorso si svolge prima del tramonto sulla Collina dell’Uccelliera e ci s’inerpica, in due gruppi da undici, verso la prima stazione di questo poema che va oltre la suggestione onirica. Al centro del racconto, infatti, che la danzatrice e coreografa ha concepito insieme al musicista Carl G. Beukman, c’è una trama esistenziale che indaga sul punto di transito per eccellenza, quello fra la vita e la morte, nel segno di una natura che accoglie e rigenera. Una guida taciturna (Mauro Carulli) ci accompagna dentro la prima casa, al cui interno una figura dal soppalco (la stessa Cecilia Bertoni) spia il pubblico nel piano di sotto.
Assistiamo a una danza in video durante la quale l’artista si trasfigura in un muro d’acqua mentre una fiamma, che arde effettivamente di lato, ne estingue simbolicamente il corpo. I codici si mescolano, difficile tracciarne i confini, a conferma che il teatro ambientale è innanzitutto rivisitazione del paradigma: si ascoltano echi verbali («Questa casa non è più la mia casa» è la partitura che esplicita l’ingresso nel lungo sonno), si percepiscono forme, s’intuiscono fragranze. Poi una finestra si apre sul creato e il nostro cammino riprende. Vivremo altre due tappe: l’ultima al cospetto di una seconda casa, anch’essa un’architettura bio-teatrale gentilmente inserita nella vegetazione, fra olmi, bambù, felci e lucertole, dove una coppia di danzatrici (Mariagrazia Pompei e Charlotte Zerbey) rende quasi desiderabile l’idea del trapasso attraverso una delicatissima performance di cui scorre la base sonora in cuffia. Ci troviamo in un microclima selvatico, è vero, ma allo stesso tempo quella cui partecipiamo è una creazione fortemente antropica, un felice punto d’incontro fra adattamento alle forme dell’essere e utilizzo sapiente di fonti acustiche, illuminotecnica di precisione, suggestioni cinematografiche in widescreen. Infine sarà un asino in carne ed ossa, visione sacra che richiama scritture ancestrali, a condurre l’anima verso l’invisibile mentre una vetrata scorrevole ci lascia nel mondo dei vivi. Ma prima d’allora, fra una dimora e l’altra, avremo celebrato una sosta rituale, intorno a una tavola imbandita a fogliame, ciliege selvatiche, rape e altri ortaggi, una silhouette femminile in terriccio pronta a resuscitare: è un piacere per gli occhi prima che per il palato, un tavolo da gioco sul quale saremo chiamati a fare i conti con la natura imprevedibile attraverso la metafora di una paradossale partita a Bingo.
Tornerà al termine dell’estate tutto questo, per la precisione fra il 13 e il 15 settembre, unica opportunità per vivere questa esperienza fatalmente site-specific, dunque irriproducibile altrove. Con l’occasione allo Scompiglio, fra l’edificio che ospita lo splendido teatro e i metati d’altura (vale a dire i capanni rurali destinati un tempo all’essiccazione delle castagne), si potranno visitare le installazioni a cura di Angel Moya, un circuito di camere d’arte pensate dalla stessa Bertone, dall’olandese Levi van Veluw e dallo spagnolo Avelino Sala. Molteplici testi, ciascuno con la sua logica, fra cui spetta a ciascuno di noi smarrirsi e poi ritrovarsi.
On the corner
performance itinerante in tre atti di Cecilia Bertoni in collaborazione con Carl G. Beukman
regia Cecilia Bertoni
assistente alla regia Mauro Carulli
musica, suoni e rumori Carl G. Beukman
con Cecilia Bertoni, Mauro Carulli, Mariagrazia Pompei, Charlotte Zerbey
riprese e montaggio video Bam, Cecilia Bertoni
tecnica e costruzione scene Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi
direttrice di produzione Michela Giovannelli
con il prezioso aiuto di Valentina Pracchia e Deniel Balestra e tutti i collaboratori Dello Scompiglio.
Tenuta dello Scompiglio, Vorno (LU), dal 14 al 16 giugno 2019. Prossime repliche: 13, 14 e 15 settembre 2019. Numero limitato a 22 partecipanti, si raccomanda di prenotare www.delloscompiglio.it.