Come può accadere che una donna finisca nelle grinfie di uno psicopatico assassino seriale? Sembra incredibile, eppure succede sempre più frequentemente. In cronaca viene definito femminicidio.
Barbablu, la sceneggiatura di Maria Pia Daniele da poco edita da La Mongolfiera, fornisce numerosi elementi sul piano sociale, psicologico, nonché su quello dei rapporti sentimentali per evidenziare meccanismi di estremo interesse.
In modo originale la sceneggiatura di Maria Pia Daniele – tratta dal suo testo teatrale omonimo – rivisita l’antica fiaba popolare «collocandola in una metropoli» – scrive l’autrice – «dove ognuno può reinventarsi una personalità o nascondersi da un passato ingombrante, i rapporti nascono e si sviluppano anche attraverso i social creando spesso la sensazione di riuscire a conoscere a fondo chi si materializzerà presto dinanzi».
Quello vissuto dai protagonisti appare come un amore avvolgente e passionale. Siamo dinanzi a due persone che sembrano aprirsi completamente l’uno all’altro, eppure non è così perché presto si scopre che sia Nermina – giovane donna che ha lavorato e frequentato il mondo della moda – che Livio – manager in carriera cultore dell’high tech – hanno qualcosa da nascondere. E proprio la tecnologia – un elemento caratterizzante di questa sceneggiatura – assume valenza narrativa perché, attraverso gli schermi e le videocamere di sorveglianza di cui sono disseminati gli ambienti, viene esercitato uno degli elementi caratterizzanti della violenza perpetrata sulle donne: il controllo, primo passo di un’ossessione altamente pericolosa.
L’attrazione fra i due protagonisti ha interessi tutt’altro che comuni e lentamente l’autrice fa emergere le differenze svelandole nei particolari.
L’opera di Maria Pia Daniele, che nel precorrere i tempi – per temi e stili – ha rinnovato e tracciato filoni che ancora oggi registrano grande interesse e successo, è da sempre molto attenta ai meccanismi relazionali, dell’universo femminile. Basti pensare alle sceneggiature Regine 416 bis (segnalata al Premio Rossellini), Cattive madri e Vertigini rosa.
Barbablu è un lavoro di precisione, un testo di cesello che ha anche un altro grande pregio, una suspense crescente che avvolge il lettore. Qui ci troviamo di fronte a una storia che già dal titolo è rivelatrice, ma come nei lavori di Hitchcock, Maria Pia Daniele sapendo che il lettore/spettatore conosce il rischio che sta correndo la protagonista lo coinvolge al punto tale da farne comunque crescere la tensione. Nermina riuscirà a capire che sta cadendo in una trappola? Riuscirà a evitarla o a liberarsene? Come potrà difendersi? Ed ecco che ci si ritrova in pieno thriller a leggere tenendo le spalle protette da un muro e con la luce che illumina la stanza per eliminare zone in ombra… E allora, per dirla con Sir Alfred: «Buona lettura/visone a tutti».
Maria Pia Daniele, Barbablu, La Mongolfiera Editrice Alternativa, Cassano Jonio (CS) 2019, pp. 96, euro 10,00.