Biennale Teatro: la morte e la speranza in “Medea’s Children” di Milo Rau di Patrizia Vitrugno

Foto di Michiel Devijver

Si parte dalla fine, dal dibattito post-spettacolo. Da sette sedie che un uomo vestito di nero dispone sul palco. Il suo nome è Peter Seynaeve e si presenta come il responsabile dei ragazzi, 1 bambino e 5 bambine, protagonisti di Medea’s Children, l’ultimo, intenso e spiazzante lavoro di Milo Rau che offre al suo pubblico una tragedia che attraversa il tempo. E lo fa dal punto di vista dei più piccoli.

Foto di Michiel Devijver

Ospitato a Venezia nella 52ª edizione della Biennale Teatro (l’ultima della densa e memorabile direzione di Gianni Forte e Stefano Ricci), Medea’s Children conclude la trilogia che il regista ha dedicato alle tragedie greche (dopo Oreste e Mosul e Antigone in Amazzonia). Quella, però, che scena dopo scena si consuma sul palco del Teatro alle Tese, non è il dramma di Medea ma di tutti noi. Non è il destino della protagonista a essere al centro di quest’opera, ma il nostro. E scegliere di far parlare i bambini obbliga a guardare in faccia la vera tragedia: la terribile violenza che dilaga nelle nostre vite.

Foto di Michiel Devijver

Milo Rau sceglie infatti di intrecciare la storia classica di Medea con quella, reale, avvenuta in Belgio nel 2007, di una madre che, disperata, decide di uccidere i suoi figli e, senza successo, di togliersi la vita. La donna, infatti, sopravvive. Il suo nome è Amandine Moreau. «Una donna come molte» viene definita. «Una donna che era essa stessa figlia, di suo padre e di sua madre». Ma è anche «una regista i cui attori non hanno fatto quello che lei si aspettava da loro» – dice uno dei bambini – «una regista fallita. E per questo ha distrutto i suoi personaggi».

Foto di Michiel Devijver

Tra le domande che Peter Seynaeve pone ai bambini a inizio spettacolo: «Com’è stato per voi ricreare questi omicidi? Come avete affrontato il lavoro?». E la risposta che danno impone una riflessione. «Non ci sono mai bambini in scena nelle tragedie greche. Mai. Non credo sia giusto. Quindi la domanda è: cosa bisogna mostrare? E cosa invece lasciare all’immaginazione del pubblico? Io credo che dovremmo mostrare
il più possibile». Le risposte del dopo-spettacolo, poi, lasciano il campo a una ricostruzione video in cui le due storie si intrecciano e, nel frattempo, i giovani attori sul palco rispecchiano le azioni del film che scorre sul fondale dando ancora più forza a quelle violente che non siamo abituati a vedere compiute da protagonisti così giovani.

Foto di Michiel Devijver

Al termine di ogni scena, via via più cruenta, Seynaeve indaga le loro emozioni. Fino all’ultima, lunga e spietata, in cui si ridà vita agli omicidi perpetrati da Amandine e che i ragazzi chiamano “l’apoteosi”. «Mi viene facile identificarmi con Amandine, con la sua solitudine» – racconta la giovane Bernice Van Walleghem che taglia la gola, a uno a uno, ai suoi figli mentre Seynaeve riprende tutto con la telecamera che proietta le immagini sullo schermo «Col fatto che stesse perdendo dei pezzi di sé, nel suo mondo». E la solitudine è il filo conduttore di questo spettacolo. È la condizione dell’essere umano perché «siamo troppo deboli. Troppo piccoli, troppo spaventati gli uni dagli altri».

Foto di Michiel Devijver

Milo Rau attraverso i bambini fa quello che sa fare meglio ovvero consegnarci delle domande scomode su amore, morte, separazione e costringerci a riflettere sulla nostra condizione di esseri umani. Regalandoci però, in chiusura, un raggio di luce perché «è questa la vera tragedia» – dice uno dei bambini – «sappiamo che finirà. Ma lo facciamo lo stesso. E non perdiamo la speranza».

Medea’s Children

ideazione e regia Milo Rau
drammaturgia Kaatje De Geest
con Peter Seynaeve, Bernice Van Walleghem, Aiko Benaouisse, Ella Brennan, Helena van de Casteele, Juliette Debackere, Elias Maes
video design Moritz von Dungern
disegno sonoro Elia Rediger
disegno luci Dennis Diels
scene    ruimtevaarders
costumi Jo De Visscher
attrezzeria Joris Soenen
produzione NTGent
coproduzione La Biennale di Venezia, Wiener Festwochen, ITA – Internationaal Theater Amsterdam, Tandem – Scène nationale (Arras Douai)
note Spettacolo in lingua olandese sovratitolato. Traduzione in lingua italiana e adattamento sovratitoli di Matilde Vigna.

52ª edizione Biennale Teatro, Teatro alle Tese, Venezia, 29-30 giugno 2024.