Anniversario importante per il Festival di Castiglioncello che festeggia 25 anni di Inequilibrio a raccontare un teatro altro, ospitando i nuovi autori della scena contemporanea con la loro vocazione a sperimentare nuovi linguaggi. Oggi il Festival abita come allora il Castello Pasquini e conserva le sue caratteristiche “una casa prima che festival”. Una casa che ingloba altri luoghi e nuovi spazi e in questa edizione tornano gli artisti che all’esordio avevano raccontato un teatro fuori dagli schemi come Marco Baliani che rimette in scena Kohlhaas (ed è ancora viva l’emozione di allora. Era il 1989).
E qui debuttano attesissimi Frosini-Timpano con un nuovo viaggio nella storia a raccontare le contraddizioni del movimento futurista attingendo a piene mani ai testi di Marinetti e non solo. Contaminazione è la parola d’ordine così l’apoteosi della guerra si accompagna al racconto di quelli che ancora gridano “Viva l’Italia”. Già perché il fascismo non è mai morto.
Contro ogni teoria pacifista si invoca e si celebra la velocità feroce della guerra, la poesia delle armi, il coraggio di affrontare la morte.
Abili a creare una sorta di cortocircuito narrativo e una Frosini sempre più fisica, si negano, come sempre nei loro spettacoli, al politicamente corretto e invadono con ficcante irriverenza il tempo e i modi del primo movimento di avanguardia nel nostro paese.
Ma è la condizione della donna a farsi protagonista della loro scrittura che in prosa e in versi la racconta come un oggetto, creatura non pensante che il Romanticismo aveva idealizzato nel ruolo di moglie e madre. Al grido di “Marinetti, Marinetti” evocano le deliranti affermazioni del fondatore del movimento, femminismo errore politico e culturale come la poesia. Anche se molte donne tra cui Rosa Rosà e Valentine de Saint-Point aderirono al Futurismo per rivendicare questa nuova immagine del femminile. Non più moglie e madre ma protagonista di un cambiamento epocale. E in scena va il nostro presente, la condizione in cui ancora oggi la donna è in qualche modo costretta da una società maschilista e incapace di guardare oltre.
La donna e non solo perché a guardarsi intorno il saluto romano fa ancora proseliti mentre un razzismo strisciante si fa strada anche tra i più giovani. Così un futuro previsto e prevedibile sposta la percezione dello spettatore verso un tempo presente. Che in un groviglio di parole questi due straordinari artisti denunciano e irridono in uno spettacolo assolutamente futurista in cui épater le bourgeois sembra essere la parola d’ordine.
Trasgressivi e sapienti, abili a creare una sorta di cortocircuito narrativo in cui convivono le tante anime dei Frosini-Timpano (ricordiamo che saranno in scena a Roma il 27-28 e 29 luglio con Archeologie future, un progetto di installazioni per drammaturgie sonore realizzate insieme al sound designer Lorenzo Danesin. Tre turni ogni giorno per pochi spettatori muniti di cuffia e accompagnati da Elvira e Daniele nei meandri del Teatro Biblioteca Quarticciolo).
Disprezzo della donna. Il futurismo della specie
di con Elvira Frosini e Daniele Timpano
arte della luce Omar Scala
arte dei rumori Lorenzo Danesin
arte della moda Marta Montevecchi
organizzazione Laura Belloni.
Produzione Gli Scarti, Frosini/Timpano – Kataklisma Teatro, Salerno Letteratura Festival.
Festival Inequilibrio, Castiglioncello (LI), 27 e 28 giugno 2022.