La libreria Zalib di Roma ospiterà il 18 aprile 2023 la proiezione di WOMEN IN ACTION di Chiara Crupi (1). Non sarà solo la prima nazionale di un film documentario, ma un pomeriggio di riflessione sulla forza e sulla qualità della presenza delle donne all’interno di un contesto teatrale internazionale. Cornice, motore e punto di partenza del documentario è Transit, festival internazionale di teatro e incontro che la regista ha seguito per due edizioni consecutive a Holstebro in Danimarca, raccogliendo momenti di “vita” interna, testimonianze di donne che vi hanno partecipato e per le quali il teatro è il principale strumento comunicativo, creativo, di riflessione e di ricerca. Transit – ideato, organizzato e dedicato alle donne, con spettacoli diretti o condotti da donne – nasce nel 1992 (quest’anno riproporrà una sua edizione in forma ridotta in agosto) e ospita produzioni artistiche ma anche lavori aperti, confronti pubblici, incontri pedagogici e teorici con l’obiettivo di contribuire a “bilanciare” la sproporzione reiterata e storica della presenza femminile in ruoli direttivi e creativi nel teatro.
Transit si svolge in Danimarca fino al 2022. Il festival è diretto da Julia Varley, attrice dell’Odin Teatret dal 1976 e anche regista, pedagoga, autrice, organizzatrice. Dirige con Eugenio Barba la Fondazione Barba Varley dal 2020; dal 2021 è direttrice dell’associazione Transit Next Forum ed ha anche contribuito a ideare e organizzare la rete Internazionale Magdalena Project, che ispira moltissime donne in tutto il mondo e ne valorizza il progetto e il lavoro.
Nelle note di regia di WOMEN IN ACTION Chiara Crupi scrive: «Registravo tutto, con la telecamera in mano dal mattino fino a notte fonda. Non avevo molto tempo per elaborare quanto stava accadendo. Temevo mi sfuggisse l’essenziale, decisi quindi di organizzare una serie di interviste con alcune delle donne che partecipavano al Transit, per avere una traccia su cui riflettere in seguito. Avevo molte domande (…) Perché un festival di donne? E come mai si definiva tale senza dichiararsi separatista? Mi incuriosiva il confronto fra donne di generazioni lontanissime fra loro, oppure distanti geograficamente e culturalmente: cosa avevano in comune e come riuscivano a comunicare? Tutte le donne intervistate, nel rispondere, facevano continuamente riferimento ad una rete, molto forte, che le coinvolgeva individualmente come artiste e che collegava Transit ad altri festival disseminati per il mondo: La rete internazionale del Magdalena Project. Era quello il tessuto connettivo su cui si innestava il fenomeno “Transit”. Cosa volevo raccontare? In primo luogo, la coesistenza delle diversità. L’unione con la capacità di mantenere aperte le contraddizioni, di trarre energia dal confronto. Poi la forza. La capacità di parlare di temi duri come la violenza, ma anche il coraggio di esporre la fragilità. E naturalmente la qualità artistica, etica e professionale del loro fare teatro».
Nota
1)Chiara Crupi è regista, filmmaker, dottore di ricerca in Storia teoria e tecnica del teatro – tecnologie digitali per la ricerca sullo spettacolo. Attualmente docente di “Film editing” e “Video editing” presso La Sapienza Università di Roma, conduce corsi sul filmmaking per la performance, fra i quali un laboratorio all’Università di Roma 3. Ha lavorato per diversi anni presso Odin Teatret e Odin Teatret Film, ed è da sempre interessata al dialogo fra video e teatro, fra telecamera e performer.
Per info:
www.women-in-action.it