«Ho detto che non voglio e non voglio». È con queste parole risolute che Cosimo Piovasco di Rondò, il protagonista de Il barone rampante di Italo Calvino, rifiuta a gran voce il piatto di lumache che gli viene offerto a tavola. Quello che può sembrare apparentemente il capriccio di un bambino nasconde, in realtà, una disobbedienza molto più forte, profonda e radicata, tanto che quella sarà anche l’ultima volta in cui Cosimo siederà a tavola con la sua famiglia. Da lì a pochi istanti, sorprendendo tutti, salterà dalla finestra per arrampicarsi su un ramo e da lassù comunicherà a suo padre la sua scelta definitiva: «E io non scenderò più».
L’idea del Festival Attraversamenti Multipli (con la direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani di Margine Operativo) contiene in sé qualcosa di simile a quello slancio vitale che spinge Cosimo a lasciarsi la sua casa alle spalle per arrampicarsi sugli alberi. Sì, perché l’azione e il gesto di immergersi nel silenzio e nel verde del Parco di Torre del Fiscale di Roma e assistere a spettacoli e performance, ci rimanda a quella necessità di connetterci a una nuova dimensione. Ma soprattutto, ci riporta a recuperare e riattivare un’abilità – quella dell’ascolto – che tendiamo a disperdere nel caos di altri rumori che sovrastano i nostri sensi.
Quest’esperienza, che già soltanto l’attraversamento del parco di per sé offrirebbe, è qui potenziata dalla serie di progetti che concentrano la loro essenza nella ricerca di qualità sonore. Ne è un esempio la performance Raccogliere pietre proposta dall’artista e percussionista Enrico Malatesta, che esplora la relazione tra suono, spazio e movimento e la vitalità dei materiali, come in questo caso le pietre. Quello condiviso da Malatesta è soprattutto un momento comunitario. Oltre al suono, ci riconnettiamo anche all’altro, alla sua presenza accanto a noi. Nella nostra società, le persone sono sempre più percepite come lontane. Qui invece le ritroviamo e le riscopriamo in un’intimità e in una vicinanza a cui siamo ormai disabituati. Così, anche senza la necessità di uno scambio verbale, i rapporti interpersonali diventano familiari, naturali.
Durante il percorso entriamo in relazione non soltanto con il suono, con l’altro, ma anche con il nostro corpo e con il modo in cui esso viene attraversato dalle vibrazioni che l’oggetto emette. Siamo invitati ad avvicinarci e ad allontanarci per sentire come risuona su di noi, per sperimentarne l’effetto. Esercitandoci all’ascolto, risvegliamo i nostri sensi e, così, anche il rumore del treno che passa a poche centinaia di metri da noi, si somma all’insieme dei suoni che siamo pronti ad accogliere.
Si parte dall’ingresso del parco e si costeggia insieme una parte dell’Acquedotto Felice, passando tra i suoi archi, per poi scendere in una distesa d’erba dove fermarsi a sentire le vibrazioni emesse da suoni artificiali – come il “rumore rosa” – o suoni naturali, come quello di un filo d’erba fatto vibrare con uno strumento. È con l’idea di valorizzare il parco stesso e non di imporsi su di esso che Malatesta conduce e guida un’esperienza da cui si viene, letteralmente, attraversati.
Se la performance Raccogliere pietre è certamente pensata per essere collettiva, diverso è il progetto che è stato immaginato e costruito dalla compagnia Lacasadargilla. Gli uccelli è un percorso sonoro disseminato nel parco. L’idea è quella di individuare, vicino agli alberi, dei QR code attraverso cui accedere all’ascolto di un romanzo a puntate, risultato di un adattamento realizzato da Roberto Scarpetti, che ha come punto di partenza il racconto Gli uccelli di Daphne Du Maurier, fonte di ispirazione del film di Hitchcock.
Dal primo esercizio di ascolto che ci invitava a connetterci soprattutto a suoni più primitivi ed elementari, passiamo a una pratica diversa, e se vogliamo inversa. Questa volta non siamo più insieme ad altre presenze silenziose immerse come noi nell’ascolto della natura, ma soli tra le rovine del parco nella trama di voci umane che si mescolano e si fondono con i rumori intorno.
È a questo che Attraversamenti Multipli ci riporta, alla capacità di abitare lo spazio, consentendoci così di “fare mente locale”, espressione usata dall’antropologo Franco La Cecla per indicare la capacità umana di ambientarsi e di essere influenzata emozionalmente dallo spazio circostante. Se da una parte la persona si riconosce nel luogo in cui si trova, dall’altra è possibile che si senta persa, sradicata e lontana da ciò che conosce. Ma questo disorientamento è prezioso per potersi orientare e per poter tornare ad abitare i luoghi consapevolmente. In città sempre più urbanizzate, sempre più controllate – spiega La Cecla – la nostra relazione con lo spazio si è interrotta e così gli ambienti hanno finito per non appartenerci più. In un tessuto urbano fortemente organizzato, come facciamo a muoverci liberamente, a percepire la nostra presenza in un determinato luogo?
E questa sensazione di riscoperta umana di sé si rende così forte all’interno di questo Festival che alla fine viene voglia di fare come Cosimo e gridare a tutti a gran voce con il fare sicuro e dispettoso di chi ormai ha già deciso: «E io non scenderò più».
Raccogliere pietre
di e con Enrico Malatesta
progetto performativo sostenuto attraverso la Residenza artistica curata da Margine Operativo, supportata dalla Rete Ecoritmi // Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, Eticae, Margine Operativo // con il contributo del Ministero della Cultura – Next Generation EU.
Gli uccelli
un progetto de lacasadargilla dal racconto di Daphne Du Maurier
adattamento Roberto Scarpetti
concept site specific Maddalena Parise/lacasadargilla
regia podcast Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni
voci narranti Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Stefano Scialanga, Camilla Semino Favro
drammaturgia musicale Alessandro Ferroni, Fabio Perciballi e brani di Erik Satie
el. Devices Alessandro Ferroni chitarra elettrica Fabio Perciballi
tecnico del suono Pasquale Citera
assistente al progetto Matteo Finamore/ Flavio Murialdi.
Festival Attraversamenti Multipli, Parco di Torre del Fiscale, Roma, 28 giugno 2024.