La commedia musicale Il marchese del Grillo, riadattamento dell’omonima pellicola del 1981 di Mario Monicelli (con un ineguagliabile Alberto Sordi), è stata scritta da Gianni Clementi, Enrico Montesano e Massimo Romeo Piparo e portata in scena, per la prima volta, al Teatro Sistina di Roma, durante la stagione 2015/2016 con, come protagonista, il poliedrico Enrico Montesano.
A distanza di sette anni, Massimo Romeo Piparo, che oltre ad essere uno degli autori dello spettacolo ne cura anche la regia, lo ripropone, sullo stesso palcoscenico capitolino, affidando il ruolo principale all’ecclettico Max Giusti.
Il plot è noto: il marchese Onofrio del Grillo, guardia nobile del Papa durante il soglio di Pio VII, è un gaudente birbaccione che passa le sue giornate frequentando luoghi di malaffare e ordendo scherzi a danno di chiunque, se capita anche del Papa. Con l’arrivo a Roma di Napoleone, a seguito della frequentazione di due francesi, un ufficiale e un’avvenente artista, Onofrio decide di lasciare Roma per trasferirsi a Parigi. Dopo la disfatta di Waterloo però, al suo rientro a Roma, in piena restaurazione, troverà un clima sociale assai mutato. Il casuale incontro con un carbonaio, che gli assomiglia in maniera impressionante, fornirà l’idea per l’ennesimo scherzo. Scambiati i miseri abiti dell’uomo con i suoi, questi si risveglierà nella villa del marchese con conseguenze assurde e surreali. Quando il gioco sembra divenire troppo serio, con conseguenze sulla vita di entrambi, il marchese del Grillo rivedrà la sua beffarda posizione nei confronti della società fino all’imprevedibile finale.
La commedia ricalca, in modo molto intelligente, la pellicola originale sfruttando, di questa, sia i nodi narrativi più salienti sia i momenti più esilaranti. Le scene (di Teresa Caruso), come si conviene a una produzione di questo genere, sono molte e ben congegnate soprattutto per essere degna cornice alle azioni corali. Alla stessa maniera ben realizzati i ricchi costumi (ideati da Cecilia Betona) che risultano in linea con l’ambientazione storica pur lasciando ampio margine a un necessario effetto parodistico.
Ottime le canzoni e le musiche ideate da Emanuele Friello con, forse, l’unico rammarico di non essere riuscito a creare un pezzo talmente “forte” da rimanere impresso nelle orecchie degli spettatori anche se i brani Me piace da scherzà e Stiamo zitti, famo pippa (probabilmente pensati proprio allo scopo di farli memorizzare) risultano moto gradevoli. Indubbiamente pieni di “passione”: La neuvaine de Cythère e Charmant interpretati, in maniera mirabile da Benedetta Valanzano (Olimpià) perfettamente centrata col ruolo affidatole. La Valanzano, che vidi nel 2012 in L’astice al veleno assieme a Vincenzo Salemme, ha dato il meglio di sé in Charmant – in coppia con Max Giusti – componimento particolarmente gradevole. Da segnalare, inoltre, il brano Genuflessa (Stai co me) eseguito da una brava e partecipativa Ilaria Fioravanti (Genuflessa) che, grazie a questa interpretazione, definirei l’attrice con le maggiori qualità canore dello spettacolo.
Per quanto riguarda il cast, risulta inutile soffermarsi a fare elogi a Max Giusti, sarebbero scontati, perché stiamo parlando di un serio professionista (anche se non mi era capitato di vedere nulla di suo, a teatro, dal 2000 quando recitò nel Grande Sfracello, parodia della prima edizione del G.F. italiano).
Tra le attrici, escludendo le già citate Fioravanti e Valanzano, brillano: un’ottima Monica Guazzini (Marchesa Madre), invecchiata e imbruttita per necessità scenica – elementi che si contrappongono alla freschezza e alla verve recitativa – e la simpatica Ambra Cianfoni (Camilla) dotata di ottimi tempi comici insieme a Gloria Rossi (Faustina), impegnata sia come attrice che come ballerina. Tra gli attori, un plauso a Tonino Tosto (Papa Pio VII) che mi ha ricordato per i modi e la postura il grande Rascel; Marco Valerio Montesano (Ricciotto) che non solo è risultato fondamentale nell’essere “spalla” di Max Giusti, ma anche in grado di imporsi per personalità e presenza. Altre note di merito debbono essere assegnate a Roberto Attias (Amministratore) e a Gerry Gherardi (Aronne Piperno) che hanno reso particolarmente vivaci i loro interventi. Citazione a parte merita Giulio Farnese (Zio Prete), efficace ed ironico.
Un plauso a Carlotta Tommasi, Giacomo Genova, Marco Rea, Sergio Spurio, Francesco Miniaci, Ilaria Ferrari, Rocco Stifani, Sebastiano Lo Casto, Denis Scoppetta. Alla stessa maniera vanno citati, per la riuscita dei brani corali, i componenti dell’Ensemble che sono il “cuore pulsante” di ogni commedia musicale: Rocco Greco, Raffaele Cava, Ciali Sposato, Annalisa D’Ambrosio, Viola Oroccini, Valentina Bagnetti, Sara Telch.
Il marchese del Grillo è sicuramente uno spettacolo divertente. Impossibile uscire dal teatro senza essere soddisfatti di ciò che si è visto. Il successo, del resto, è garantito sia dagli autori del film che da coloro che hanno realizzato la versione teatrale assieme all’attenta regia del patron del Sistina Massimo Romeo Piparo e a tutto il cast ben rodato e affiatato.
Il marchese del Grillo
dal film di Mario Monicelli scritto con Pietro De Bernardi, Tullio Pinelli, Leonardo Benvenuti Bernardino Zapponi
commedia musicale di Gianni Clementi, Massimo Romeo Piparo e Enrico Montesano
su licenza esclusiva di Soni Produzioni
con Max Giusti e con Giulio Farnese, Marco Valerio Montesano, Monica Guazzini, Benedetta Valanzano, Tonino Tosto, Carlotta Tommasi, Roberto Attias, Ilaria Fioravanti, Gerry Gherardi, Giacomo Genova, Marco Rea, Sergio Spurio, Francesco Miniaci, Ambra Cianfoni, Ilaria Ferrari, Rocco Stifani, Sebastiano Lo Casto, Denis Scoppetta, Gloria Rossi.
Ensemble: Rocco Greco, Raffaele Cava, Ciali Sposato, Annalisa D’Ambrosio, Viola Oroccini, Valentina Bagnetti, Sara Telch
regia Massimo Romeo Piparo
musiche originali e direzione musicale Emanuele Friello
scene Teresa Caruso
costumi Cecilia Betona
coreografie Roberto Croce
luci Daniele Ceprani
suono Andrea Sala.
Teatro Sistina, Roma, fino al 20 novembre 2022.