Nel quadro delle tante manifestazioni culturali dell’ Estate Romana, l’Abraxa Teatro, storico gruppo di studio e sperimentazione fondato nel lontano 1981, con Improvvisi Urbani, giunto alla sua XXIV edizione, che si svolge nella splendida cornice del Giardino degli Aranci all’Aventino, ha sempre presentato un “cartellone” d’eccezione agli spettatori della capitale.
In questi anni sul palco all’aperto della terrazza capitolina, numerosi sono stati gli spettacoli di artisti (sia italiani che stranieri) che difficilmente si sarebbero potuti incontrare nei normali circuiti teatrali commerciali: o a causa dell’argomento trattato o per il tipo di produzione non rientrante nei canoni convenzionali o per la necessità di un grande spazio libero per la loro realizzazione.
Come non ricordare, nelle scorse edizioni, la presenza di personaggi come Julia Varley dell’Odin Teatret o del gruppo Open Program del Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, ma anche le incursioni-spettacolo nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana di Roma con quella metodologia di messa “non in scena” definita “teatro urbano” di cui Abraxa Teatro si sforza di diffondere la conoscenza?
Anche quest’anno, nelle sere del 7 e dell’8 settembre il teatro in plein air di Abraxa si è concretizzato nella capitale, dando vita a due serate particolari. Il 7 con la presenza del Teatro a Canone di Torino con Orazio. Vite nude, Storie di disagio mentale e l’8 con I tamburi del cuore ovvero una performance di danze e tamburi giapponesi (Taiko) realizzata sotto la direzione di Rita Superbi. In entrambe le serate, poi, vi sono state delle letture sceniche di Francesca Tranfo e lo spettacolo Silenzio… Amleto… dalla finzione alla verità di Emilio Genazzini, ambedue autoprodotti dall’Abraxa Teatro.
Assistendo ai vari eventi ho sentito l’esigenza di porre alcune domande a Emilio Genazzini relative sia a Improvvisi urbani che a Abraxa Teatro.
Emilio, ci racconti come è nata l’idea di questo tipo di Kermesse artistica che, da oltre venti anni, permette, grazie ad Abraxa Teatro, di avvicinare i romani a spettacoli particolari come, giusto per citarne un paio di eventi recenti, Lo scudo invisibile realizzato dalla Bottega Instabile di Sesto Fiorentino nel 2015, dedicato al delitto di Capaci e L’Africa delle Meraviglie a cura del Gruppo Watinoma del Burkina Fasu nel 2013.
La risposta giusta va inquadrata nel tempo, nel 1994, quando è nata l’idea del Festival Internazionale del Teatro Urbano. Questa è stata generata dalla mancanza, su Roma, di rassegne specifiche sul teatro di strada e sull’idea, da poco concepita, del Teatro Urbano. Quindi, da una parte mancavano spettacoli, grandi e piccoli, che potessero offrire emozioni e riflessioni alle persone presenti nelle grandi piazze o nei luoghi storici di Roma e, dall’altra parte, volevo affermare con più forza la nascita di un genere di teatro differente, che è, appunto, il Teatro Urbano. Bisogna anche tener presente che, a quei tempi, il termine “Teatro Urbano”, totalmente in auge in quest’epoca, veniva usato pochissimo e quasi sempre con note non positive. Ho dato vita a questo genere di teatro, come testimoniato anche dal libro L’avventura del Teatro Urbano. Ricerca e sperimentazione di Abraxa Teatro a cura della professoressa Clelia Falletti, perché si avvertiva la necessità, soprattutto in una metropoli come Roma, di un teatro che non si imponesse all’attenzione delle persone con musiche forti, grandi scenografie, come fa appunto il Teatro di Strada, ma che invece si inserisse nel tessuto cittadino e divenisse un compagno delle persone che vanno al lavoro, che si occupano delle proprie esigenze, un teatro che con cultura, narrazioni e altro, li accompagnasse, per esempio, in metropolitana, in treno, nell’attraversamento dei ponti cittadini…
Nelle ultime edizioni, purtroppo, a causa dei ben noti problemi congiunturali, molti finanziamenti e alcuni sponsor sono venuti a mancare causando un ridimensionamento dell’iniziativa. Per far fronte al problema avete attivato una iniziativa di crowdfunding. Come è andata l’operazione? C’è sensibilità da parte degli spettatori e dei romani in generale?
Due anni fa abbiamo attivato il crowdfunding per integrare il finanziamento ottenuto dal Comune di Roma, l’anno scorso l’abbiamo lanciato perché è stato il primo anno che non abbiamo ottenuto i finanziamenti. In questi primi due anni direi che il risultato non è stato fantastico, ma è stato comunque buono: ci ha permesso di integrare le risorse nel 2016 e di coprire buona parte delle spese del 2017. Quest’anno il risultato non è per niente soddisfacente, anche se bisogna dire cha alcune persone hanno scelto di inviare la propria donazione direttamente sul conto corrente della nostra banca etica. Mentre in altre parti del mondo questo sistema di autofinanziamento è molto sviluppato e apprezzato dalle persone, in Italia si fa ancora fatica a comprendere come attività culturali e artistiche abbiamo bisogno di un supporto diretto delle persone che fruiscono dell’evento e ne recepiscono i contenuti. Ma si spera che possa andare meglio. Inoltre è bene precisare che il nostro crowdfunding termina il prossimo 20 settembre, cioè alla fine del festival per dar modo alle persone che lo hanno visto e che lo hanno apprezzato di poter contribuire ad alleviare le nostre spese.
L’autoprodurre un evento che non ha un rientro economico diretto mostra la volontà di credere nel valore “sociale” di una idea. In questo caso penso ci sia, anche, la volontà di porre la cultura su di un piano superiore a quello del business o dell’esser schiavi del mecenatismo altrui a tutti i costi, tuttavia per allestire uno spettacolo il danaro è necessario. Quali sono le attività che svolge Abraxa Teatro per potersi finanziare?
L’idea ambiziosa e portante della nostra scelta di vita è stata ed è quella che la creazione artistica abbia un valore quasi inestimabile, perché, senza indugiare sulla sua veritiera importanza, comunque una creazione è un’espressione concreta dell’animo umano. E questo valore viene amplificato dalla possibilità che divenga l’oggetto di una reciproca donazione: io artista ti dono la mia espressione e tu spettatore mi doni la tua come riscontro. L’essenza del Teatro è questa comunicazione dal vivo, che assume ancor di più uno spiccato valore sociale e culturale quando nella tematica delle messinscene sono presenti contenuti importanti. Abbiamo sempre scelto gli spettacoli da rappresentare, i laboratori o altro da realizzare in base a questa necessità e non in relazione a possibili calcoli di guadagni per lavorare su temi alla moda o riguardanti argomenti di importanza effimera e passeggera. Naturalmente c’è bisogno di soldi per vivere e per mandare avanti la nostra attività teatrale e per ottenerli abbiamo sviluppato la collaborazione con vari Enti Pubblici, che tramite bandi o la richiesta di progetti, danno opportunità di contributi.
Per la nostra professionalità riusciamo a volte vincitori in alcuni progetti, ad esempio con il Mibact e con la Regione Lazio, ma l’estrema, infinita e lentissima burocrazia legata alla concessione di contributi non paragonabile a quella relativa ai finanziamenti che purtroppo non vengono più attuati, rende la nostra situazione economica e quella di moltissimi altri artisti, oramai insostenibile. Pertanto stiamo cercando altre possibilità di guadagno tra cui la vendita a privati dei nostri spettacoli e l’ampliamento della nostra attività didattica tramite lo sviluppo del nostro sito www.abraxa.it, i nostri Social, “Abraxa Teatro Facebook” (tra poco anche Instagram), l’uso di newsletter: abraxateatro@abraxa.it.
Nelle serate di Improvvisi Urbani si è potuto assistere all’ultima produzione di Abraxa Teatro: Silenzio… Amleto… dalla finzione alla verità che ha riscosso un notevole successo di pubblico anche grazie all’energica presenza di un folto numero di giovanissimi attori (Davide Capoccetti, Francesco Chiliberti, Ivano Conte, Daniele Flamini, Valentina Greco, Alessia Luongo, oltre al più adulto Massimo Grippa). Sono previste altre repliche a breve?
Sì, lo spettacolo sarà replicato il 21 settembre alle 20.45, all’interno di Corviale Urban Lab organizzato per l’Estate Romana dall’associazione ARTmosfera presso la Galleria Il Mitro in via Mazzacurati 61/63; il 22 settembre alle 20.45 presso la nostra sede a Villa Flora, via Portuense 610 in occasione dell’Open Day dell’Università del Teatro Urbano diretta dalla mia compagnia Abraxa Teatro; il 23 settembre alle 21.00 presso l’Ex Dogana in viale dello Scalo S. Lorenzo 10; il 24 e 25 settembre alle 20.45 presso la nostra sede a Villa Flora; infine, ma non è ancora sicuro, sarà replicato il 26 settembre alle 21.00 ancora presso l’Ex Dogana.
Grazie Emilio, ci rivedremo, nel 2019, per i 25 anni di Improvvisi Urbani!
Spero assolutamente prima, magari in occasione di altri eventi e/o spettacoli. O forse ai Castelli Romani, chissà…
Improvvisi Urbani, Roma, 7 e 8 settembre 2018.