Fino al 29 gennaio è di scena al Teatro Argentina di Roma Interno Bernhard formato dal dittico Il riformatore del mondo e Minetti – Ritratto di un artista da vecchio. Regia di Andrea Baracco, produzione Compagnia Mauri Sturno, lo spettacolo con Glauco Mauri e Roberto Sturno e un cast di interpreti sullo sfondo mette assieme due testi e protagonisti della drammaturgia dell’austriaco Thomas Bernhard. Vecchiaia, cinismo, solitudine sono i cardini intorno ai quali si dipanano i due lunghi streams of consciousness di Bernhard. Il primo si ambienta in un interno scarno dalle linee verticali, su cui giganteggiano in alto i ritratti fotografici di tre grandi pensatori, Nietzsche, Wittgenstein e Artaud, proiezioni della figura al centro della scena, un anziano “riformatore del mondo” (Roberto Sturno) a cui sta per essere consegnata una laurea honoris causa per aver scritto un trattato dai toni misantropici, dove si indicava nella distruzione del genere umano la via per migliorare il mondo. Seduto su una sedia come il celebre Hamm del Finale di partita di Beckett attende il suo tempo, categoria che quasi lo ossessiona, mentre si fa assistere da una donna, maltrattata e che si lascia sottomettere lanciandogli sguardi di disapprovazione, fino al momento in cui tre giovani, quasi mandati via, non vengono a consegnargli la pergamena. Il primo atto di Interno Bernhard termina con le parole fuori scena che consegnano allo spettatore l’immagine di un’Europa allo scatafascio, in cui il caos regna sovrano e le favole sono finite.
Non emerge un bel quadro della vecchiaia nemmeno nella seconda parte del dittico, anche se meno spigoloso appare il personaggio di Minetti (Glauco Mauri), un attore-feticcio sul viale del tramonto che siede nella sofisticata hall di un albergo a riflettere sulla sua vita e sul suo mestiere, all’alba della sua ultima apparizione in scena nei panni di Re Lear. Ed effettivamente paterno, o per meglio dire “paternalista”, è il suo atteggiamento nei confronti di una giovane e sconosciuta fanciulla (Zoe Zolferino) che resta impassibile e distaccata a subire il fiume di parole dell’uomo. Una scena tenera ma che evidenzia purtroppo anche una certa pedanteria stereotipata della terza età.
La regia di Baracco tenta in modo fiacco di animare la staticità innata dei due monologhi con trovate decorative, un estraneo indesiderato che reca un mazzo di fiori all’intellettuale del primo testo, delle oscure e losche figure con testa di coniglio che ricordano il cinema di David Lynch: tutto ciò non basta a restituire vivacità e spessore alla scena, che si rifugia in un pedissequo decorativismo d’antan.
Interno Bernhard
Il riformatore del mondo
Minetti – Ritratto di un artista da vecchio
di Thomas Bernhard
con Glauco Mauri, Roberto Sturno
e con Stefania Micheli, Federico Brugnone, Zoe Zolferino, Giuliano Bruzzese
regia Andrea Baracco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani, Vanja Sturno
luci Umile Vainieri.
Produzione Compagnia Mauri Sturno.
Teatro Argentina, Roma, 17-29 gennaio 2023.