In gita scolastica, specialmente quando hai tredici anni, può succederti di tutto. Ma quello che non puoi proprio immaginare in quei giorni è di restare incinta. Tra tutte le esperienze, quella della gravidanza, è in assoluto la più lontana dalla spensieratezza, dal divertimento e dall’euforia che hai addosso quando, a quell’età, sei finalmente lontana dalla tua famiglia. Ma se quel destino, però, lo condividi con altre sei compagne di classe, quella che agli occhi del mondo è in assoluto la peggiore delle catastrofi può persino trasformarsi in un gioco, quello di vedere ogni giorno il proprio corpo cambiare. Ecco che allora la scelta registica di Paola Rota di rappresentare la maternità con dei palloncini si rivela perfetta nel restituire l’incoscienza di sette ragazze che non sembrano sentire il peso di quello che stanno vivendo.
Ispirato a un fatto di cronaca, a una storia avvenuta in un paese dei Balcani, Come tutte le ragazze libere, opera della drammaturga bosniaca Tanja Šljivar, è un racconto corale che ci introduce in una dimensione intima, privata e assolutamente inaccessibile come può esserlo soltanto quella di un gruppo di amiche che condividono la stessa condizione e che sono unite più che mai e alleate di fronte alle domande intrusive, ai pensieri giudicanti di chi vuole scegliere al loro posto su ciò che più appartiene loro: il corpo. Se c’è un sentimento, tra tutti, da cui lo spettatore si sente travolto, questo è certamente l’euforia. L’euforia dello stare insieme, del condividere ogni cosa, perfino l’esperienza della gravidanza, sapendo che ciò che accade ad una accade a tutte le altre, per quel legame viscerale al limite del morboso che è l’amicizia a tredici anni. Come sia successo, però, quello che effettivamente è successo, le ragazze non lo dicono e nessuno ha il coraggio di chiederlo. La loro non sembra neppure reticenza, quanto più il risultato di un oblìo, la rimozione di un ricordo doloroso, meccanismo di difesa che mette in atto la psiche per proteggersi. È attorno a questo vuoto della memoria che la narrazione si dispiega, che le varie voci si intrecciano, in un unico groviglio che può trovare la sua risoluzione soltanto nello stringere con ancora più intensità i nodi che lo tengono unito. Attraverso un ritmo incalzante, come le note della canzone Bad guy di Billie Eilish che compare alla fine, Come tutte le ragazze libere ha l’intimità di un diario segreto ma l’apertura e la bellezza di un collettivo femminista.
Come tutte le ragazze libere
di Tanja Šljivar
traduzione Manuela Orazi
regia Paola Rota
un progetto di Paola Rota, Tanja Šljivar, Simonetta Solder
con Silvia Gallerano, Sandra Toffolati, Irene Petris, Simonetta Solder, Sofia Celentani, Sara Mafodda, Martina Massaro, Sylvia Milton, Lara Ceresoli, Sofia Celentani
light design Cristian Zucaro
sound design Angelo Elle
co-produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
369gradi e PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe progetto
in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale
con il contributo di MIC-Ministero della Cultura.
Teatro India, Roma, dal 15 al 19 febbraio 2023.
Prossima data:
Teatro Gobetti, Torino, dal 21 al 26 febbraio 2023.