«Il 13 aprile 2014, in concomitanza con alcune scelte che avrebbero modificato radicalmente la struttura dei Santasangre (collettivo artistico eterogeneo per formazione e personalità, ndr), conclusi la mia esperienza nel settore della distribuzione. Da allora, ancora oggi, artisti e compagnie mi chiedono di tornare a occuparmi di “vendere i loro spettacoli”. Questo libro nasce da queste richieste (…)». Sono le parole che introducono i Ringraziamenti a chiusura del volume – ma che ne costituiscono la sostanziale premessa – La distribuzione degli spettacoli dal vivo. Un percorso di curatela (Titivillus, 2024) di Elena Lamberti, nome conosciuto del panorama teatrale italiano e tuttavia difficile da incasellare, per la pluralità di competenze e mansioni che ha messo in campo e rivestito nel corso degli ultimi vent’anni. Si definisce curatrice indipendente, forse perché il comune denominatore delle sue attività continua ad essere oggi come nel passato l’avere cura delle relazioni professionali che ruotano attorno al sistema-teatro – dagli artisti ai programmatori, ai giornalisti – oltre, naturalmente, per il fatto di essere stata curatrice artistica di eventi, come la rassegna di danza Short Format per il CRT Teatro d’Arte a Milano e la rassegna Sguardi Obliqui per il Teatro Lux di Pisa. Ciò che contraddistingue il percorso professionale di Elena Lamberti è la trasversalità, la capacità di intercettare le situazioni, le mancanze anche, del mondo artistico al quale appartiene. Sotto certi aspetti, Elena Lamberti è per il teatro italiano ciò che in termini pedagogici viene chiamato “facilitatore”: qualcuno che funge da mediatore fra soggetti diversi, qualcuno che è al contempo molto appassionato, curioso, abile e aperto al dialogo (e, non ultimo, amante dei treni!). Qualcuno consapevole dell’importanza degli incontri dal vivo, anche soltanto sotto forma di aperitivo o di cena post-spettacolo, per tessere delle relazioni importanti per il proprio ambito professionale, compresa la distribuzione degli spettacoli. In poche parole, qualcuno disposto a svolgere un lavoro per il quale l’investimento personale è enorme. E dato che Elena incarna perfettamente il prototipo di personalità di cui oggi il teatro ha continuamente bisogno, ha deciso di affrontarlo nei minimi dettagli all’interno del suo libro.
Non poteva fare scelta migliore, quindi, per colmare questa lacuna profonda nel mondo del teatro e della danza italiani sull’argomento, che mettere a disposizione di tutti la sua brillante esperienza maturata, in particolare, dal 2005 al 2013 accompagnando i percorsi di due fra le più innovative formazioni artistiche degli ultimi decenni, Sotterraneo (all’epoca Teatro Sotterraneo) e Santasangre, e raccontare da ogni punto di vista, coadiuvata dall’agile forma dell’intervista, la figura professionale che si occupa della distribuzione. Lo fa in modo integrato, facendo combaciare tra loro molteplici voci: intervistando i curatori che svolgono o hanno svolto negli ultimi anni questa funzione accanto ad altre, come Francesca D’Ippolito, Michele Mele e Lisa Girardino, o hanno iniziato a farlo molti anni addietro (disegnando così una parabola dei mutamenti epocali del settore), come Mimma Gallina o Andrés Neumann; chi ha ideato progetti che rispondono alle difficoltà del sistema fondando nuove reti o creando fruttuose opportunità di incontro tra operatori provenienti da tutto il territorio nazionale, nonché occasioni di visione dal vivo di spettacoli selezionati attraverso un bando (è il caso, unico in Italia, del premio In-box a Siena, la cui invenzione si deve a Francesco Perrone e Fabrizio Trisciani di Straligut Teatro); ma anche intervistando gli artisti, sia quelli che usufruiscono di un addetto alla distribuzione, figura diventata un po’ la chimera del teatro italiano che tutti inseguono, sia coloro che preferiscono fare da sé e accollarsi la maggior parte del lavoro che serve a mantenere vivo il patrimonio, talvolta molto vasto, di relazioni costruite con fatica e nel tempo, delegando ad altri solo le fasi di contrattazione; per, infine, passare al capitolo sugli “interlocutori”, i direttori artistici e programmatori, con un occhio anche al tema della mobilità internazionale e alle possibilità di circuitazione all’estero garantite da alcuni progetti europei nati per dare sostegno alla produzione (più volte citato, a titolo di esempio, il Boarding Pass Plus).
L’autrice, la cui ampia visione del lavoro si articola inoltre nel secondo capitolo del volume, offre spunti e suggerimenti interessanti che si nutrono della sua esperienza trasversale. Forte della sua pluriennale attività di insegnamento e tutoraggio presso Università e corsi di formazione, ribadisce più volte alcuni concetti imprescindibili per eseguire con successo il lavoro di distribuzione degli spettacoli dal vivo, focalizzandosi sui nervi scoperti del mestiere, tra cui il saper dire anche dei no, in un’ottica di totale trasparenza, sia con gli artisti alle prese con la produzione delle proprie opere sia con gli interlocutori, con i quali è importante instaurare un rapporto di fiducia («meglio una buona relazione che una data in più», cit. Domenico Garofalo, p. 88). Sebbene si trovino molti punti di contatto tra il pensiero dell’autrice e quello dei professionisti intervistati, non si manca di toccare questioni e temi diversi, nodi altrettanto centrali come la reperibilità dei finanziamenti, le coproduzioni, l’influenza della critica e dei Premi nazionali sulla circuitazione o l’idiosincrasia del punteggio ai fini ministeriali che spinge le compagnie verso l’iperproduttività, con tournée che si esauriscono nel giro di poche repliche, e i Teatri Nazionali verso la pratica degli “scambi”, elementi che ci restituiscono una fotografia complessiva del presente attraverso le storie peculiari di ciascuna delle realtà per le quali gli esperti hanno lavorato. Storie in cui la distribuzione è soltanto «l’ultimo approdo visibile di una trama incantevole e complessa» (IV.6. Conversazione con Stefania Marrone – Bottega degli Apocrifi, p. 132).
Elena Lamberti, La distribuzione degli spettacoli dal vivo. Un percorso di curatela, con prefazione di Oliviero Ponte Di Pino e interventi di Claudio Cirri e Daniele Villa, Diana Arbib, Andrés Neumann, Mimma Gallina, Valeria Oriani, Carlotta Garlanda, Silvia Albanese, Michele Mele, Domenico Garofalo, Francesca D’Ippolito, Lisa Girardino, Giulia Traversi, Hilenia De Falco, Francesco Perrone e Fabrizio Trisciani, Laura Valli, Selina Bassini, Tiziano Panici, Dario Aggioli, Stefania Marrone, Daniele Timpano ed Elvira Frosini, Stefano Tè, Marco Valerio Amico, Nicola Borghesi, Gianni Farina, Lisa Ferlazzo Natoli, Luca Ricci, Antonino Pirillo e Giorgio Andriani, Andrea Cerri, Gilberto Santini, Donatella Ferrante, Luca Mazzone. Titivillus, Corazzano (PI), 2024, pp. 188, euro 18,00.