Ho assistito il 30 dicembre scorso all’ultima replica presso la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, allo spettacolo La musica è pericolosa-Concertato, ideato e diretto da Nicola Piovani. Tale spettacolo, che non è solo musicale, gira l’Italia da qualche anno, con grande riscontro di pubblico, e mi auguro che ancora una volta torni in uno dei teatri romani nel prossimo futuro. Piovani, che è al pianoforte, dirige rispettivamente: alle tastiere e alla fisarmonica Rossano Baldini; al sax e clarinetto Marina Cesari; al violoncello, chitarra e mandoloncello Pasquale Filastò; alla batteria e percussioni Ivan Gambini; al contrabbasso Marco Loddo. Tutti strumentisti di grande valore, al livello, naturalmente, dello stesso Maestro Piovani. Che si rivela un narratore raffinato, mai superficiale anche se capace di simpatiche ironie, di grande cultura, generoso con il pubblico. Spiega la nascita di molte sue musiche per film narrando aneddoti, ricordi, annotazioni di grande spessore umano, legati a registi quali Federico Fellini e Mario Monicelli, tra gli altri. Lo spettatore riesce così a comprendere come le composizioni di Piovani siano man mano passate da partiture di servizio a vere e proprie autonome creazioni musicali valide anche indipendentemente dallo schermo. Certamente in molti passaggi pare che lo spettacolo sia quasi la colonna sonora del cinema italiano, dall’ Intervista di Federico Fellini alla produzione di Roberto Benigni (in primis naturalmente La vita è bella), ma è anche costellato di molte canzoni cantautoriali (chi non ricorda, sempre per Benigni, Quanto t’ho amato ?).
Ci troviamo così ad ascoltare un inno alla musica, la quale fa paura come la bellezza più profonda quando incontriamo l’arte. Lo spettacolo-concertato di Piovani è quindi un’opera composita di musica, immagini, parole, nella quale la musica nell’essere protagonista assoluta, viene anche accompagnata dagli altri linguaggi in modo molto coinvolgente; non c’è dubbio, poi, che venga espresso con le note, le partiture e le interpretazioni, ciò che non si riesce a dire con gli altri linguaggi artistici. Naturalmente coprotagonisti della messa in scena sono quindi gli strumenti musicali, dal pianoforte, al contrabasso, dal sassofono, alle percussioni, alla chitarra, dal violoncello alla fisarmonica, che danno così voce appunto a ciò che non si può dire e a ciò che non si può tacere, ma che la musica può invece esprimere mostrandosi capace di suscitare emozioni e sentimenti che giungono anche fino all’inquietudine: da ciò il pensiero felliniano sulla musica come “pericolo”, da ciò il titolo stesso. È pericolosa, ci dice Piovani, come le cose e gli eventi e le azioni belle della vita quando hanno a che fare con l’indicibile, con quel senso di spaesamento che sopravviene, ad esempio, negli amori adolescenziali.
La musica è pericolosa” è senz’altro un viaggio che mostra una dinamica e una metamorfosi interiore attraverso un crescendo a climax di atmosfere sinceramente e profondamente sentimentali, che compone in piena armonia una narrazione teatrale in cui la parola arriva dove la musica non può giungere, e senza didascalismi fastidiosi; e la musica la fa da padrona là dove la parola non può arrivare. La tecnica compositiva, pur nella sua originalità, fa trapelare lezioni fondamentali del Novecento musicale: bitonalità, accordi da jazz, imperniati sulle settime, o sulle none, percussioni che svariano su molteplici ritmi, frasi musicali e intrecci armonici che arrivano a reinterpretare con efficace naturalezza uno Chopin.
Varie, originali e godibili proiezioni video, foto, diapositive, integrano e arricchiscono il racconto. Le cui ultime parole di un peraltro garbatissimo Piovani sono infatti di critica per sottolineare come sia proprio con l’avvento della televisione che si avverte la necessità di parlare di “musica dal vivo”, e per vivere, appunto, almeno per due ore l’emozione fisica e diretta del godimento estetico, condividendo un momento di magia più vero del vero. Piovani così tocca anche l’anima di noi spettatori, e ci accompagna in un viaggio spesso ipnotico, forse infondendoci un’alchimia interiore che diviene arricchimento anche personale.
La musica è pericolosa-Concertato
di Nicola Piovani
tastiere, fisarmonica Rossano Baldini
sax, clarinetto Marina Cesari
violoncello, chitarra, mandoloncello Pasquale Filastò
batteria, percussioni Ivan Gambini
contrabbasso Marco Loddo
pianoforte Nicola Piovani
luci Danilo Facco
suono Massimiliano Martelli
elementi scenici Maria Rossi Franchi
direzione artistica Nicola Piovani
Auditorium Parco della Musica, Roma. Ultima replica, 30 dicembre 2018.