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In Bocconi amari-Semifreddo, la scena mostra l’interno cupo e malandato di un appartamento. In mezzo un tavolo con cinque sedie attorno. Protagonista è una famiglia dilaniata, confinata nei rimorsi passati, sepolta in se stessa. Concepito come un dramma in due atti, l’azione si consuma a partire dai preparativi di due compleanni, della madre e del padre, festeggiati a distanza di vent’anni l’uno dall’altro. Sullo sfondo, il passaggio dell’Italia dalle lire del vecchio Secolo all’euro del Duemila. Sono personaggi vuoti, privi d’identità, che via via giungono a definirsi a partire da circostanze e giudizi esterni: il padre vive nel tormento di essere oggetto di riso e non degno di stima, come vorrebbe (Eleonora Danco); la madre cerca ostinatamente l’approvazione della sua cucina (Orietta Notari); un figlio trova conforto e motivo d’essere nella droga (Federico Majorana); l’altro cerca complicità con i genitori, convincendosi di avere capacità e valore personale superiori alla media (Lorenzo Ciambrelli); poi la figlia neurodivergente (Beatrice Bartoni), un po’ fuori dal coro, su cui si riflettono le frustrazioni e le vergogne della famiglia. Bocconi amari-Semifreddo, l’ultimo lavoro di Eleonora Danco al Teatro Vascello fino al prossimo 16 febbraio, è uno scontro perenne, irrisolto, urlato, che vive nella dimensione della staticità e dell’individualità, senza mai trovare soluzione.
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Il dramma familiare diretto e interpretato da Eleonora Danco può essere affrontato sia nella forma che nel contenuto. Sul palcoscenico, la costruzione del microcosmo domestico appare minimizzato attorno a temi importanti: la violenza contro la moglie e la figlia, sia verbale che fisica; l’assolutezza, quasi ridicola, del capofamiglia, che appare in tutta la sua bruttezza, raffigurato come un burbero; la competizione tra fratelli; l’incomunicabilità generale. A mio avviso, una delle possibilità del teatro è quella di inserirsi nelle dinamiche sociali; essere un tentativo di salvataggio rispetto al tempo della crisi. In Bocconi amari-Semifreddo, però, l’impotenza della famiglia esclude ogni possibilità di azione, lotta, imprevisto, qualsiasi prospettiva futura. Di fatto, a scorrere è solo il tempo della storia, lo si capisce dal cambio di moneta. Ma anche qui, il contesto storico pare non essere essenziale rispetto al vissuto privato della famiglia.
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Non è possibile fuggire dallo strazio che si consuma in scena. Tuttavia, perché il dramma non sfocia in una dimensione socio-politica, dando la possibilità di riflettere su ciò che avviene “fuori”?
Bocconi amari-Semifreddo
scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco
con Eleonora Danco, Orietta Notari, Federico Majorana,
Beatrice Bartoni, Lorenzo Ciambrelli
costumi Massimo Cantini Parrini
assistente costumi Jessica Zambelli
scenografia Francesca Pupilli e Mario Antonini
luci Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
aiuto regia Manuel Valeri e Maria Chiara Orti
produzione La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello, Teatro Metastasio di Prato.
Teatro Vascello, Roma, fino al 16 febbraio 2025.