L’incomunicabilità tra le parti: “Bocconi amari-Semifreddo” di e con Eleonora Danco di Arianna Morganti

Foto di Manuela Giusto

In Bocconi amari-Semifreddo, la scena mostra l’interno cupo e malandato di un appartamento. In mezzo un tavolo con cinque sedie attorno. Protagonista è una famiglia dilaniata, confinata nei rimorsi passati, sepolta in se stessa. Concepito come un dramma in due atti, l’azione si consuma a partire dai preparativi di due compleanni, della madre e del padre, festeggiati a distanza di vent’anni l’uno dall’altro. Sullo sfondo, il passaggio dell’Italia dalle lire del vecchio Secolo all’euro del Duemila. Sono personaggi vuoti, privi d’identità, che via via giungono a definirsi a partire da circostanze e giudizi esterni: il padre vive nel tormento di essere oggetto di riso e non degno di stima, come vorrebbe (Eleonora Danco); la madre cerca ostinatamente l’approvazione della sua cucina (Orietta Notari); un figlio trova conforto e motivo d’essere nella droga (Federico Majorana); l’altro cerca complicità con i genitori, convincendosi di avere capacità e valore personale superiori alla media (Lorenzo Ciambrelli); poi la figlia neurodivergente (Beatrice Bartoni), un po’ fuori dal coro, su cui si riflettono le frustrazioni e le vergogne della famiglia. Bocconi amari-Semifreddo, l’ultimo lavoro di Eleonora Danco al Teatro Vascello fino al prossimo 16 febbraio, è uno scontro perenne, irrisolto, urlato, che vive nella dimensione della staticità e dell’individualità, senza mai trovare soluzione.

Foto di Manuela Giusto

Il dramma familiare diretto e interpretato da Eleonora Danco può essere affrontato sia nella forma che nel contenuto. Sul palcoscenico, la costruzione del microcosmo domestico appare minimizzato attorno a temi importanti: la violenza contro la moglie e la figlia, sia verbale che fisica; l’assolutezza, quasi ridicola, del capofamiglia, che appare in tutta la sua bruttezza, raffigurato come un burbero; la competizione tra fratelli; l’incomunicabilità generale. A mio avviso, una delle possibilità del teatro è quella di inserirsi nelle dinamiche sociali; essere un tentativo di salvataggio rispetto al tempo della crisi. In Bocconi amari-Semifreddo, però, l’impotenza della famiglia esclude ogni possibilità di azione, lotta, imprevisto, qualsiasi prospettiva futura. Di fatto, a scorrere è solo il tempo della storia, lo si capisce dal cambio di moneta. Ma anche qui, il contesto storico pare non essere essenziale rispetto al vissuto privato della famiglia.

Foto di Manuela Giusto

Non è possibile fuggire dallo strazio che si consuma in scena. Tuttavia, perché il dramma non sfocia in una dimensione socio-politica, dando la possibilità di riflettere su ciò che avviene “fuori”?

Bocconi amari-Semifreddo

scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco
con Eleonora Danco, Orietta Notari, Federico Majorana,
Beatrice Bartoni, Lorenzo Ciambrelli
costumi Massimo Cantini Parrini
assistente costumi Jessica Zambelli
scenografia Francesca Pupilli e Mario Antonini
luci Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
aiuto regia Manuel Valeri e Maria Chiara Orti
produzione La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello, Teatro Metastasio di Prato.

Teatro Vascello, Roma, fino al 16 febbraio 2025.