Torna l’appuntamento estivo con la danza a Roma di Fuori Programma Festival, con quel baricentro di appuntamenti sempre mobile tra il Teatro Quarticciolo e il Teatro India e il pregio di proporre anche formati o sezioni di lavoro in termini processuali decisamente in fase, ancora “in movimento”, aperti alle intemperie di un ripensamento persino radicale. Occasione rara questa per incontrare artisti e artiste a un dato momento della loro ricerca, che ci permette in quanto spazio in progress di metterci in un ascolto non paludato delle loro auto-narrazioni, creando così il contesto più appropriato e a suo modo protetto per una esposizione di quei progetti scenici per certi versi fragili, seppure disponibili a un dialogo con il pubblico, verificandone lì il senso di un lavoro dichiaratamente incompiuto per questo più interessante sia linguisticamente che scenicamente. È il caso di Cangron Cangron_studio 1 di Daria Greco presentato al Teatro Quarticciolo, progetto tutt’altro che abbozzato concettualmente sebbene in via di definizione drammaturgica e da svilupparsi nella partitura. A differenza dei tanti che nella processualità iniziale offrono una vaghezza di riferimenti o di comportamenti scenici aleatori o filo laboratoriali, qui le significazioni coreologiche hanno una struttura portante già ben calibrata e di straordinaria efficacia, rivelando una freschezza intuitiva e un non scontato ispessimento del gesto. Danzatrice, formatrice e coreografa, la Greco si muove con fluidità baumaniana nella non forma e il non tempo degli spazi indipendenti e l’ufficialità della compagnia di appartenenza, portatrice di un carattere del movimento e dello sguardo singolari che sembrano ridefinirsi ogni volta in una identità di interprete e performer in between. Fra presenza e trasfigurazione, fra codice e liquefazione dello stesso. In Crangon Crangon_studio 1 una performer con il costume scenico stilizzato con grande maestria scultorea da Vittorio Gargiuolo su quello che sembrerebbe un carapace al quale il titolo rimanda, responsabilizza quella visone del mondo di cui la Greco in questo caso autrice si fa portatrice, segnando uno scarto ulteriore nella postura fisica nella danza, una condizione “anatomica” definita nella condizione “rovesciata”, quella cioè di perlustrare lo spazio, sondare l’indistinto muovendosi all’indietro. Tutto il lavoro manifestamente è rivolto a un crogiuolo di segni ininterrotti e percepiti quali immane sforzo fisico, quando ogni minimo passaggio, ogni sussulto, ogni spazio del respiro è riportato nella figurazione di uno sguardo rovesciato sul mondo, quello della performer e, mutatis mutandis, quello dell’autrice che mette definitivamente in crisi la percezione del nostro posizionamento sulle cose del mondo, la certezza del nostro stare, sicuramente l’idea che abbiamo di potere. Gli occhi proiettati in avanti mentre il corpo si sposta all’indietro appare anche un discorso sulla memoria della danza, sulla necessità di recuperarne una matrice nello scatenamento eversivo posto dal contemporaneo, reiterando un movimento di accennate micro-partiture ch’è interno ed esterno al contempo di un pensiero, appunto, fra il definirsi oggi e il logos ch’è stato, sgombra il campo, spazza via tanta retorica del e nel linguaggio, riporta la danza all’essenza di un dispiegamento di forze di un corpo abitato (dalla Storia, dalle trasformazioni che governano i cambiamenti di una nostra cocente attualità, da una mistura indefinita “desiderante”) prima ancora che pensato. Il tratto sonoro di Filippo Lilli accompagna quegli spostamenti “paradossali” nello spazio come ad evidenziarne il mutevole stato d’animo, perché quando il mondo entra, si fa carico di riflettere, di dare ulteriore evidenza al corpo, quest’ultimo ne diviene l’etimo. Lavoro estremo e coraggioso che trova in Valentina Sansone una interprete notevole. Un antefatto al progetto che sarà ma che mostra tutta la sua determinazione in una ipnotica performance.
Crangon Crangon_studio 1
ideazione Daria Greco
performance Valentina Sansone
suono Filippo Lilli
luce Paride Donatelli
costume Vittorio Gargiuolo.
Produzione esecutiva Chiasma_Arti e Culture Contemporanee con il sostegno di Fuori Programma Festival/Teatro Biblioteca Quarticciolo, Ostudio_Roma, Scup_SportCulturaPopolare, La fabbrica dell’attore-Teatro Vascello.
Fuori Programma Festival, Teatro Biblioteca Teatro Quarticciolo, Roma, dal 21 al 25 giugno 2021.