Profezie del possibile. La stagione sperimentale del Nuovo Teatro Ateneo di Chiara Crupi

Foto di Vito Lorusso

Riaprire un teatro chiuso, in una città come Roma, è la scelta audace di dissodare un campo per renderlo fertile. Ma quando questo è un teatro universitario, può nutrire un intero ecosistema culturale connettendo ricerca, didattica, spettacolo e nuove generazioni di pubblico. Il Nuovo Teatro Ateneo di Sapienza Università di Roma ha sfidato il futuro con una stagione teatrale sperimentale – curata dai docenti di discipline dello spettacolo Vito Di Bernardi, Guido Di Palma, Stefano Locatelli e Sonia Bellavia – che si avvia alla conclusione.
Lo spazio, chiuso per moltissimi anni e ristrutturato nel 2020, ha un passato illustre e vibrante nella memoria collettiva. L’isola che c’era – come titola il volume di Katia Ippaso (1) – negli anni Ottanta e Novanta ha ospitato, fra le attività del Centro Teatro Ateneo diretto da Ferruccio Marotti, i più grandi maestri (De Filippo, Bene, Grotowski, Brook, Barba, Fo e tanti altri), creando un inestimabile patrimonio audiovisivo e formando artisti, critici, studiosi. Il 2024 è una sorta di anno zero per il Teatro che ritorna alla piena attività, con teatro e danza (2), esiti di laboratori e residenze (3), spettacoli realizzati all’interno di progetti di Terza Missione (4) e una conferenza-spettacolo (5).


La proposta è estremamente interessante: temi sensibili alle domande del presente e della collettività, dialogo con giovani artisti, coinvolgimento degli studenti e rigorosa qualità la caratterizzano. Abbiamo chiesto al Prof. Marco Benvenuti (6), direttore di Sapienza Creaorgano amministrativo del teatro – e ad alcuni dei docenti curatori della rassegna, di condividerne l’esperienza.

Come ha funzionato il progetto e perché si parla di stagione sperimentale?

Marco Benvenuti: Io non sono del mestiere, sono innanzitutto un giurista. Il mio incarico, che ricopro da un anno, è la scommessa di far funzionare questa struttura proprio come un teatro, gestita da una buona amministrazione interna della Sapienza. Un teatro pubblico, con tutte le complessità che questo determina. È stato necessario risolvere molti problemi amministrativi per questa ripartenza. Ho interpellato i docenti delle discipline dello spettacolo di ogni dipartimento, lavorando alla ministagione con chi fra loro si è reso disponibile. La sperimentalità sta prima di tutto nel decidere di metterci alla prova, immaginando, progettando e poi realizzando questa rassegna. Circa un terzo degli spettacoli hanno previsto laboratori per gli studenti: in parte erano già avviati e abbiamo voluto portarne le restituzioni nel nostro Teatro.


Stefano Locatelli (7): Ciascuno nelle proposte ha seguito la propria sensibilità e le proprie conoscenze, cercando anche di coinvolgere, ove possibile, artisti che erano entrati già in contatto con l’Ateneo. In diversi casi un contributo finanziario del Dipartimento si è aggiunto al budget a disposizione del Crea.

Vito Di Bernardi (8): Abbiamo lavorato di concerto. Io sono stato il riferimento per quanto riguarda la danza. Ci sono figure di caratura nazionale e internazionale: penso a Emio Greco, a Gabriele Vacis, alla coreografa e drammaturga Claudia Castellucci. Bisogna dire che c’è stato, nei tre anni precedenti, un lavoro capillare che ha valorizzato lo spazio per come lo pensavano noi docenti di spettacolo. La nostra presenza all’interno del Crea ha fatto in modo che si aprissero delle maglie a livello di regolamento e abbiamo lavorato – con iniziative concrete, laboratori e residenze artistiche – alla possibilità, all’inizio per niente scontata, di gestire lo spazio in modo specificatamente teatrale.

Foto di Nicolò Gialain

Come avete coinvolto gli studenti e in generale come ha risposto il pubblico?

Marco Benvenuti: Il potenziale di spettatori è molto ampio. Gli spettacoli, in diretta relazione con l’attività didattica dei docenti, hanno un forte riscontro. Ma, nell’era post-Covid, con l’ampia offerta culturale romana e la privatizzazione dell’intrattenimento, non è semplice. Tuttavia, anche molti ex-studenti ci frequentano. A fine stagione avremo i dati per poter fare una valutazione sul pubblico e in futuro si dovrà lavorare alla sua fidelizzazione.

Stefano Locatelli: Per intercettare il pubblico bisogna rafforzare le strategie di comunicazione, anche interne. Io ho proposto un’attività integrata che affiancava allo spettacolo serale (Risveglio di primavera della compagnia PoEM, regia di Gabriele Vacis) una matinée dedicata alle scuole, la proiezione di un docufilm (9) e infine tre giorni di laboratorio dal titolo La schiera, respiro comune tenuto da Gabriele Vacis, Roberto Tarasco e la compagnia.

Sonia Bellavia (10): Avevo previsto di presentare agli studenti La tempesta continua, dal romanzo Immer Noch Sturm di Peter Handke, regia di Claudio Puglisi, insieme a una conferenza successiva su Rudolf Steiner, che prevedeva anche dimostrazioni di lavoro sull’Euritmia (11), tecnica con cui tutti gli attori della compagnia si sono formati. Sono stata ben felice di inserire lo spettacolo nella programmazione. Eravamo più di 300 spettatori e il teatro ne contiene 196 tanto che la compagnia ha deciso di fare una doppia replica nello stesso giorno.

 La rassegna volge al termine. Come immaginate il prossimo passo? Che visioni o auspici per il futuro?

Stefano Locatelli: Dovrebbe essere un luogo di laboratorio, che coinvolga gli artisti in attività con gli studenti, cosa che già faceva il Teatro Ateneo ma che oggi potrebbe declinarsi in “drammaturgia di comunità” quale strumento per dialogare in sinergia tra diverse discipline e anche divulgare conoscenza. Ideare processi in una comunità enorme come Sapienza e con l’esterno, in cui il teatro non abbia soltanto finalità di spettacolo.

Sonia Bellavia: È giusto mettere a frutto le potenzialità del Teatro Ateneo. Mi auguro comunque che resti uno strumento per la ricerca e la didattica dei docenti e degli studenti. Nel rispetto dei regolamenti e delle linee guida a cui l’attuale direzione del teatro deve naturalmente attenersi. Sarebbe bello trovare il modo di salvaguardare lo spirito di quel luogo, nel dialogo continuo fra i rappresentanti delle discipline teatrali e una futura direzione artistica. Forse non tutti sanno che per il docente di teatro uno spazio teatrale è come un laboratorio per il chimico.

Vito Di Bernardi: Credo che il lavoro impostato quest’anno abbia dimostrato la volontà e capacità dei docenti di progettare e organizzare attività di altissimo livello. Spero che il rapporto forte e organico tra studiosi di spettacolo della Sapienza rimanga l’asse della futura programmazione del teatro.

Marco Benvenuti: Il progetto è di rendere questo teatro attivo dodici mesi l’anno. Per questo è stato emanato un bando per un direttore tecnico-artistico, una figura esterna in grado non solo di proporre ma anche di contribuire a organizzare gli spettacoli proposti dalle varie componenti Sapienza. Un teatro universitario funziona nella misura in cui coinvolge gli studenti, vede la presenza dei docenti e fa cose nuove. È proprio questa la sua specificità necessaria, altrimenti non sarebbe diverso dagli altri teatri.

Ci auguriamo dunque che il Nuovo Teatro Ateneo continui a crescere come teatro della città, nutrendo un ambiente a cui gli studenti sentano di appartenere e per il quale ricerca, laboratorio e sperimentazione possano essere l’humus naturale.

Ultimi appuntamenti della Stagione:

10/11 dicembre h 21.00:

Vestiti della vostra pelle (terza edizione), esiti delle residenze didattiche universitarie guidate da Andrea Cosentino (progetto Per un teatro necessario), a cura del Prof. Guido Di Palma.

19 dicembre h 21.00:

The Body in Revolt. A glimpse in the creative work of Emio Greco. Lezione aperta con Emio Greco e Pieter C. Scholten (ICK Dans Amsterdam), restituzione del workshop tenuto dagli artisti presso il Teatro Ateneo, a cura del Prof.  Vito Di Bernardi.

Per il programma completo si veda il sito: https://www.sapienzacrea.uniroma1.it/StagioneSperimentale2024

NOTE

1) Katia Ippaso, L’isola che c’era: grandi maestri al Teatro Ateneo (1980-1995), Editoria & Spettacolo, Spoleto (PG), 2019, pp. 266.
2) Teatro: Roberto Baggio di e con Davide Enia; La Tempesta continua, da Peter Handke, regia di Claudio Puglisi, Compagnia CulturaSì; Agenti, scritto e diretto da Mimmo Sorrentino; Risveglio di primavera, da Wedekind, di PoEM, regia di Gabriele Vacis; Not Here Not Now, di e con Andrea Cosentino.
Danza: Sahara, Compagnia Mòra, regia di Claudia Castellucci; Première, Andrea Costanzo Martini e Balletto di Roma; Dancing Days – DNAppunti Coreografici 2024, Matteo Sedda, Gaetano Palermo e Michele Petrosino, Francesca Santamaria, YoY performing arts, Elia Pangaro.
3) Eraclidi di Euripide, Progetto Theatron – Teatro Antico alla Sapienza coordinato da Anna Maria Rosaria Belardinelli (docente ordinario di Filologia Classica, Dipartimento Scienze dell’Antichità, Sapienza Università di Roma); Vestiti della vostra pelle, esiti del progetto di residenze didattiche universitarie guidato da Andrea Cosentino; The Body in Revolt. A glimpse in the creative work of Emio Greco, lezione aperta con Emio Greco e Pieter C. Scholten (ICK Dans Amsterdam).

4) Spazio Dentro. Storia di un cortile di Simonetta De Nichilo; Mercoledì delle Ceneri di Valentina Esposito, con Fort Apache Cinema Teatro (progetti di Terza Missione Promuovere il benessere delle donne detenute. Lo spazio della pena, la pena dello spazio e Per un teatro necessario. Università, carcere e scuola. Per un modello inclusivo di public engagement e di formazione integrata attraverso il teatro).
5) Matrimonio con Dio. Vaclav Nižinskij e la trasfigurazione della danza in luce di e con Vito Di Bernardi.
6) Professore ordinario di Diritto costituzionale e pubblico, Dipartimento di Economia e Diritto (Sapienza Università di Roma).
7) Professore associato in Discipline dello Spettacolo, Dipartimento SARAS, Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo (Sapienza Università di Roma), dove insegna Storia del Teatro e Drammaturgia.
8) Professore ordinario in Discipline dello Spettacolo, Dipartimento SARAS (Sapienza Università di Roma), dove insegna Storia della Danza.
9) La nostra bellezza quotidiana, documentario di Gabriele Vacis.
10) Professore ordinario di Storia del teatro, Dipartimento di Lettere e Culture Moderne, (Sapienza Università di Roma).
11) Rudolf Steiner e il teatro, conferenza e spettacolo in occasione del centenario delle conferenze di Rudolf Steiner sulla Sprachgestaltung e Arte drammatica, con dimostrazioni pratiche di lavoro attoriale ed Euritmia. Interventi di docenti di Sapienza Università di Roma e Università degli Studi di Verona e attori-pedagoghi formatisi con la metodologia di Steiner.