Mi domando se ci sia qualcosa di funzionale nell’indagare con tanto pathos e altrettanta lucidità le famiglie disfunzionali. Perché dopo le tre generazioni del clan dei Weston, immortalate dalla commedia di Tracy Letts che è Agosto a Osage County, lo scorso anno, Filippo Dini torna a occuparsi di disfunzioni croniche all’interno della famiglia. Da regista e interprete, in entrambe le situazioni. Questa volta tocca alla commedia di Jean Cocteau Les Parents terribles, dove i genitori del titolo restano, anche nell’ottima traduzione di Monica Capuani, i parenti. I parenti terribili, appunto. Perché disfunzionali sono tutti i membri di questa famiglia diciamo allargata dove qualcosa si sa, molto si ignora, qualcosa si tace e poco si dice.
Scritta da Cocteau nel 1938 e ambientata in un luogo e in un tempo non specificati, la commedia è il ritratto impietoso di una borghesia decadente e provinciale, tragica nell’incapacità, evidente fin dalle prime battute, di liberarsi dalle proprie colpe e dai propri castighi, espiati tutti sotto lo stesso tetto, dentro le stesse domestiche mura che tolgono il fiato.
Una madre morbosamente innamorata del figlio; una donna senza amore sacrificatasi a vita per buona sorellanza; un figlio stretto alla madre come a una vulnerabile amante bisognosa di cure, a cui si rivolge con un nome lezioso che rivela e sancisce il legame incestuoso. E poi un uomo un po’ goffo che di queste premesse è risultante inesatta, un marito trascurato che cerca consolazione e dove la trova? In quella che oltre a essere la sua “ultima opportunità” sarà anche, guarda caso, la fidanzata del figlio. Colei che sta per essere presentata in famiglia, sfidando la resistenza del cordone ombelicale.
Insomma, siamo alla tragedia greca. Una bella sfida metterla in scena nel terzo millennio senza finire a fare la soap.
E allora tanto vale strizzare l’occhio al pubblico e dire va bene ve la racconto così com’è ma proviamo anche a riderci su. Prendiamo le distanze, guardiamola dall’alto e chiediamo agli attori di non lasciarsi tormentare dalle inutili paturnie di questi poveri diavoli in balia di sé stessi.
Gli attori ci stanno e il pubblico plaude.
E il risultato è tutto un gioco di equilibrismi riusciti: caustico ed esilarante allo stesso tempo, come se ci fossero due livelli di lettura e di fruizione possibile, che si sostengono e definiscono a vicenda, ora rafforzandosi ora ammortizzando i colpi più duri grazie a un registro espressionistico. Una recitazione che, mentre racconta di pensieri alterati, di ansia di morte, di illazioni, sotterfugi, calunnie, di confessioni disperate che implorano indulgenza, di ricatti, macchinazioni, giuramenti estorti, offre il fianco alla farsa, alla risata, all’ironia anche smaccata. Come se la tragedia di queste anime in pena, raccontata benissimo, non fosse presa sul serio e le esplosioni di rabbia, i lamenti, le grida di dolore a cui avevamo creduto perdessero la ragione sufficiente per sussistere.
Agli attori tutti si chiede (e si ottiene) un controllo costante del personaggio, giocato su un equilibrio dentro e fuori continuamente messo alla prova.
Conquistano i tempi comici di Dini e di Milvia Marigliano e la solidità di Mariangela Granelli, capace di gestire e sorvegliare gli incubi e i deliri di questa donna borderline innamorata del figlio. Bravi e giusti Giulia Briata e Cosimo Grilli.
I parenti terribili
di Jean Cocteau
traduzione Monica Capuani
regia Filippo Dini
con Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Filippo Dini, Giulia Briata, Cosimo Grilli
scene Maria Spazzi
costumi Katarina Vukcevic
luci Pasquale Mari
musiche Massimo Cordovani
assistente alla regia Alma Poli
assistente scene Chiara Modolo
produzione TSV – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile Bolzano
si ringrazia il Comité Jean Cocteau.
Tournée:
Teatro Elfo Puccini, Milano, fino al 12 gennaio 2025
Teatro Quirino, Roma, dal 14 al 19 gennaio 2025
Teatro Bellini, Napoli, dal 25 gennaio al 2 febbraio 2025
Teatro Goldoni, Venezia, dal 7 al 9 febbraio 2025.