Nel corposo numero di concorsi, festival e manifestazioni dedicati alla promozione delle nuove proposte teatrali (sia nel senso delle drammaturgie che di singoli performers e di gruppi), la capitale propone, da cinque anni, una kermesse interamente orientata al teatro di intrattenimento “leggero”; si tratta del Roma Comic Off (attivo, nel 2019, dal 10 al 29 settembre), manifestazione che ha come obiettivo dichiarato quello di incoraggiare la messa in scena di spettacoli comici premiando sia i migliori attori (protagonisti e non) sia, ovviamente, le migliori rappresentazioni.
Abbiamo incontrato Roberto D’Alessandro, attore, regista e autore teatrale che è l’ideatore dell’evento.
Roberto ci racconti come è nata l’idea di questo Festival dedicato alla comicità?
È un’idea che avevo da tanto, dal 2000, quando ho partecipato con un mio testo al Festival Off di Avignone, che si svolge in giugno. Vedere centinaia di compagnie provenienti da tutta la Francia e da tutto il mondo è qualcosa di galvanizzante per chi ama il teatro. Avignone, che è una città di poco più di ventimila abitanti, in quei giorni, si riempie di speranze, di idee, di energia. Gronda locandine in tutte le sue vie e si respira un’aria gravida di curiosità, di voglia di conoscere. Tutto il teatro francese è ad Avignone nel mese di giugno. Ci sono anche i direttori dei teatri, gli organizzatori, gli operatori culturali, e quel caleidoscopio di compagnie si trasforma anche in un gigantesco mercato del teatro. Su 700/800 spettacoli in un mese ben pochi riescono poi ad avere un futuro, a trovare mercato, ma che importa? L’importante è esserci stati, aver visto, conosciuto, respirato. Così, da allora, mi è rimasta la voglia di replicare quella meravigliosa festa del teatro in qualche borgo italiano. Passano gli anni, un giorno mi chiama Paolo Gatti (direttore del Teatro Petrolini) e mi chiede se avevo ancora quel progetto del Festival Off, gli dico di sì. Sento Marco Falaguasta (Teatro Testaccio), Carla Ceravolo (Teatro di Documenti) e altri, e partiamo per questa pazzia. Nel frattempo, però, a Roma era già arrivato il Fringe Festival e, allora, per diversificare l’offerta ho pensato al Roma Comic Off che all’inizio si chiamava Testaccio Comic Off, ma già il secondo anno, a seguito delle tantissime offerte, ci siamo dovuti allargare a tanti altri teatri romani.
Il Festival coinvolge undici teatri romani (Nota 1) che mettono a disposizione 15 sale dove verranno proposti oltre 50 spettacoli in circa 20 serate di programmazione. Quali sono, secondo la tua esperienza e sulla scorta dei feedback ricevuti, le principali aspettative sia delle compagnie che dei singoli attori ed anche dei concorrenti alla categoria one wo(man) show? Pensi che i partecipanti si iscrivano nella speranza di vincere un premio o più decoubertianamente lo facciano per il piacere di presentarsi in una “vetrina” collettiva che permetta loro di confrontarsi con altre realtà teatrali?
Sinceramente non so quante compagnie, e quindi attori, registi, autori, abbiano lo spirito agonistico (nel senso che tentino di migliorare le loro prestazioni e spingerle al massimo e non tentare di fare meglio degli altri) nella partecipazione al Festival Roma Comic Off, ma so che molti spettacoli – pur non avendo vinto nulla (la vincita è determinata da un cocktail di voti del pubblico, dei direttori dei teatri e di una giuria di critici) – hanno poi avuto una vita fuori; quindi il Festival è vissuto come occasione di debutto, mentre l’elemento competitivo spinge ad attenzionare la qualità a seconda degli obiettivi che una compagnia si pone. Per rispondere alla tua domanda non so cosa si aspetti chi si iscrive al Festival, ma so che in un modo o nell’altro gli porta dei risultati. Tutti siamo convinti di fare gli spettacoli più belli del mondo, ma il voto del pubblico è spietato, perché è anonimo, quindi può risultare anche molto negativo. Si è obbligati a prendere coscienza che non sempre quello che ti dicono in faccia, alla fine dello spettacolo, anche i tuoi parenti, è esattamente quello che pensano. Giudizio spietato ma utile a levare dalla circolazione una buona parte di invasati. Purtroppo, non c’è molta interattività tra le compagnie, e non ho riscontrato molta curiosità di conoscere il lavoro degli altri o semplicemente gli “altri”, ma è un problema che potrebbe essere attribuito anche alla dispersione che presenta una città come Roma e forse al tipo di organizzazione data al Festival.
Quali sono, a tuo giudizio, le prospettive e le aspettative per le future edizioni del Roma Comic Off? Pensi che il Festival debba e possa ancora espandersi o ritieni che, anche a causa delle ovvie difficoltà organizzative, i numeri attualmente raggiunti non siano ulteriormente incrementabili?
La vocazione di un Festival del genere è inclusiva, tant’è che si è giunti ad una partecipazione standardizzata tra le 50 e le 60 compagnie. Abbiamo tantissime offerte di partecipazione da parte dei teatri, che a Roma non mancano. È da un paio di anni che sto pensando di allargare l’iniziativa a tutto il Lazio o alla provincia di Roma con la partecipazione dei teatri fuori città e la possibilità di creare un vero e proprio circuito di teatri che possano ospitare le compagnie che partecipano al Festival; in fondo più che premi in denaro le compagnie cercano circuiti e teatri dove proporre i loro spettacoli, anche se i premi in denaro non fanno mai male! Colgo l’occasione per ringraziare Andrea Leone che mette in palio tremila euro, la BCC che mette in palio duemila euro, la Problem Solving di Mauro Atturo che mette in palio mille euro e la Bievisan che mette in palio la fornitura per un mese dei suoi prodotti. Confido molto in Domenico Franceschelli, che in pratica organizza tutto, gestisce le compagnie e si occupa del web. Diciamolo, lui è il vero motore di tutto il Festival. Venisse un’idea per tentare di portare il Roma Comic Off ai livelli del Festival Off di Avignone o, perché no, al Fringe Festival di Edimburgo che ospita nel solo mese di agosto oltre duemila spettacoli, sarebbe una meraviglia! Certo, forse, oltre a qualche buona idea servirebbero anche dei finanziamenti, ma qui mi fermo perché non è la voglia ma la capacità di chiederli che mi manca.
Ringraziando Roberto D’Alessandro per l’attenzione concessa e formulando all’organizzazione del Roma Comic Off un buon lavoro, Liminateatri.it, come media partner del Festival, avrà cura di tenere aggiornati i lettori sullo svolgimento della manifestazione e di dedicare, prossimamente, uno spazio ai vincitori.
1) I teatri romani coinvolti, nell’edizione 2019, sono: Teatro Agorà (Via della Penitenza, 33); Centro Culturale Artemia (Via Cucchini, 38); il Teatro Lo Spazio (Via Locri, 42/44); Teatro di Documenti (Via Nicola Zabaglia, 42); Teatro Marconi (Viale Guglielmo Marconi, 698/E); Teatro Petrolini (Via Rubattino, 5); Teatro Portaportese (Via Portuense, 102); Teatro Le Salette (Vicolo del Campanile, 14); Teatro de’ Servi (Via del Mortaro, 22); Teatro Testaccio (Via Romolo Gessi, 8); Teatro Trastevere (Via Jacopo de’ Settesoli, 3).
Roma Comic Off. Il Festival della comicità di Roma, Roma, Teatri vari, dal 10 al 29 settembre 2019.