Un cortile dedicato all’infanzia negata. Una panchina bianca e tante barchette di carta che fanno da cielo. Siamo a Vittoria, centro del ragusano dove ogni anno è imperdibile Scenica Festival, organizzato dall’Associazione Santa Briganti e diretto da Andrea Burrafato. Un’immersione totale e affascinante nel mondo del teatro, del circo contemporaneo e della performance, una serie di eventi che fanno rivivere il centro storico, gli spazi e i luoghi della cittadina.
Un cortile dicevamo: lo spazio di un tragico evento si re-inventa spazio di cultura, spazio di crescita e di incontro. È lì che si è consumato nel 2019 un tragico incidente in cui due fratellini furono travolti da un’auto impazzita.
Soltanto la cultura è capace di dare senso agli eventi, anche a quelli più tragici, di metabolizzarli e ragionarci, per cambiarci e migliorarci.
Ed è qui che inizia per me Scenica. Con la presentazione di Shuma Tragliabissi, edita da Torri del Vento, una bellissima favola scritta da Dario Muratore, drammaturgo, regista, attore palermitano.
Il suo lavoro lo conosciamo e lo seguiamo da anni. Questa volta si apprezza un suo libro per ragazzi, ottimamente illustrato da Eva Christine Schenck.
La storia prende spunto da un fatto di cronaca: il 18 aprile 2015 un vecchio peschereccio di legno in navigazione nel Mediterraneo si inabissa con a bordo centinaia di persone. Un anno dopo, il relitto, ripescato dal fondo del mare, restituisce passaporti e documenti, effetti personali, tra questi una pagella scolastica, cucita nella parte interna della giacca di un ragazzo di 14 anni originario del Mali. Un passaporto possibile per un destino impossibile, negato. Dario Muratore immagina quindi che il ragazzo, Shuma (nel cui nome si cela la schiuma e l’umanità) si possa risvegliare tra gli abissi, in compagnia di un cavalluccio marino, di un granchio e di una mamma polpo, creando così un’affascinante favola sonora dove la musicalità e il ritmo della narrazione sono elementi determinanti, come si evince dallo spettacolo di Peppe Macauda regista e interprete dello spettacolo Shuma tratto dal libro, di cui dà una breve dimostrazione.
Come va a pezzi il tempo è invece il titolo dello spettacolo teatrale di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele che il gruppo Ultimi Fuochi Teatro porta in giro in case private, ormai disabitate.
«Questa è la mia casa e questi sono i miei ricordi». dice Alessandra Crocco, rivolgendosi ai pochissimi spettatori ammessi. E tutto sembra vero, così reale da patire insieme a quei personaggi, talmente vicini da rendere veramente sottile la linea di demarcazione tra finzione e verità. La casa, con gli oggetti di chi l’ha abitata, i due essere umani che vivono lì, in preda alla loro passione, ai loro scontri, ai loro demoni: ci si sente quasi in imbarazzo, talmente sono vicini e veri, ci si dimentica quasi di assistere ad una recita, si comincia ad abitare un’anima, quella che ci ospita che mette in scena i propri ricordi davanti, sotto, vicino i nostri occhi. I ricordi sono come un teatro della mente, questa l’equazione che ne viene fuori. Se ne esce emozionati, come avere vissuto davvero uno spaccato di vita che non ci appartiene, ma ci è appartenuto nell’arco temporale di una performance.
Incanta poi i più piccoli Amarbarì. Il Palazzo incantato uno spettacolo di luci e ombre, alla fine del quale la compagnia Unterwasser fa provare i piccoli spettatori a proiettare forme colorate sugli immensi muri.
Al Castello Henriquez, va in scena in serata Prontuario di Topografia Circense, opera site-specific che vede coinvolti Giacomo Costantini performer, regista e drammaturgo multidisciplinare, considerato uno dei pionieri del circo contemporaneo in Italia e che conduce una ricerca sulla sintesi tra circo e musica e Wu Ming 2 del celebre collettivo di scrittori.
Un testo alla Marquez, dall’andatura sognante, che parla di sogni e utopia e che racconta di Vittoria Colonna la contessa, fondatrice della città.
Dalla Francia, arriva poi il gruppo Five Foot Fingers con l’esilarante spettacolo En Eventail, cinque uomini, cinque clown, cinque acrobati straordinari che uniscono la bravura all’ironia, costruendo uno spettacolo di grande efficacia attraverso gag esilaranti, leggere, fatte di intelligente umorismo.
Incanta, infine, lo spettacolo Shakespeare da tavolo di Massimiliano Barbini che propone al pubblico il Racconto d’inverno di William Shakespeare. Dietro un tavolo, nella appassionata narrazione dell’artista, i personaggi sono oggetti di uso comune, bottigliette e stoviglie, che però si animano e prendono vita in modo indicibile grazie all’inconsueta capacità affabulatoria e narrativa. Uno spettacolo che fa toccare con mano il potere delle parole, il potere delle storie, il potere dell’immaginazione.
Sulle piazze principali va in scena poi la compagnia palermitana Babel con Mutu cu sapi u jocu, spettacolo che attraverso la narrazione e la danza, porta gli spettatori indietro nel tempo alla riscoperta dei giochi tradizionali di strada.
Infine, Con Sorte di Giacomo Guarneri, Oriana Martucci, eccellente protagonista del monologo, racconta la triste storia di una moglie il cui marito non acconsente a pagare il pizzo per non piegarsi alla malavita. All’insaputa del marito, la donna decide di proteggerlo, scendendo a patti con la malavita.
Ricco, variegato, intenso. Scenica Festival è una fantasmagoria di colori e sorrisi, un concentrato di fresca bellezza che sa sempre stupire.