Ci sono date, nella Storia, che segnano indelebilmente un prima e un dopo. Nel bene, e specie più nel male. Così è per il 6 agosto 1945, quando gli americani fecero esplodere sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica. 140.000 furono le vittime nell’immediato, il 90% degli edifici raso al suolo, le conseguenze delle radiazioni – il cosiddetto fallout – terribili per coloro che sopravvissero, i loro figli, e i figli dei figli. «Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso», dirà in seguito – rievocando il turbamento provato nell’assistere al test effettuato qualche settimana prima nel deserto del New Mexico – J. Robert Oppenheimer, responsabile del laboratorio di Los Alamos e sicuramente il più noto tra gli scienziati che lavorarono al Progetto Manhattan, all’interno del quale quegli ordigni vennero in gran segreto sviluppati e prodotti.
A ricordarci con forza ciò che è stato e cosa ne sia derivato, a farci riflettere sul pericoloso lascito trasmesso in eredità alle generazioni a venire e al presente, ma soprattutto – e sta qui lo spirito, il “cuore” dell’iniziativa – su come sia possibile invertire la rotta, è la mostra Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari, a Roma fino al 26 maggio. Promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (e realizzata grazie ai fondi dell’otto per mille dell’Istituto), l’esposizione, itinerante, dopo l’inaugurazione a Brescia nell’autunno scorso ha iniziato il suo tour per l’Italia, analogamente alla precedente edizione della mostra che ha fatto tappa in oltre settanta comuni italiani.
L’attuale allestimento, completamente rinnovato e multimediale, si snoda lungo cinque aree tematiche presentandosi ricchissimo di contenuti e sollecitazioni a più livelli, con momenti di grande intensità emotiva. A partire dall’Atrio con le toccanti video-testimonianze degli hibakusha, le sopravvissute e i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, per proseguire nell’Atmosfera della memoria con la “visita” immersiva nei luoghi della tragedia attraverso un visore 3D di realtà virtuale, alla successiva Libreria delle voci introdotta da un’infografica di potente impatto che simula gli effetti del lancio di una bomba nucleare moderna su Roma, comparata con quella fatta a esplodere a Hiroshima.
In quest’ampia sezione si approfondiscono punti e interrogativi salienti, cominciando dal folle paradosso della teoria della deterrenza che dalla metà del Novecento in poi ha governato le mosse sullo scacchiere geopolitico mondiale. Sui monitor che accompagnano i pannelli scorrono dati, cifre, si scoprono scenari che rendono sempre più tangibile e concreta la questione delle armi nucleari, il rischio per l’umanità tutta e per il pianeta insito nell’esistenza stessa di tali ordigni, e dunque indifferibile l’istanza della loro eliminazione in vista di un disarmo totale. Faro che illumina il cammino in tale direzione – e giustamente il percorso espositivo ne fa il proprio filo conduttore e la Libreria delle voci vi dedica largo spazio – è il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Frutto delle azioni e degli sforzi della società civile, il TPNW rappresenta un punto di svolta nelle deliberazioni di diritto internazionale in materia, in quanto pone esplicitamente al bando le armi nucleari (per intenderci: prima di esso, quelle nucleari erano le uniche armi di distruzione di massa a non essere considerate illegali…), fornendo la cornice giuridica che mancava per imprimere un decisivo cambio di marcia. A patto che sempre più Paesi vi aderiscano. Ad oggi sono 93 i Paesi firmatari e 70 quelli che lo hanno ratificato o vi hanno aderito. Tra questi, grande assente, per noi, è l’Italia che resta contraria (al pari di tutti gli altri Paesi della Nato).
Servono, allora, iniziative come questa mostra e le tante altre che la campagna Senzatomica porta avanti per generare un movimento di opinione pubblica che sostenga presso i Governi l’adozione unanime del Trattato e per costruire un futuro di (vera) pace e (vera) sicurezza globale.
Serve una presa di coscienza individuale prima che collettiva, come suggerisce l’area denominata – non a caso – Tavolo delle genti, in cui il grande tavolo centrale richiama la necessità del dialogo, della condivisione dall’io al tu al noi di una decisione che parte da sé rispetto al valore imprescindibile dell’essere umano. «Se vogliamo veramente porre fine all’era degli armamenti nucleari» – ha affermato Daisaku Ikeda, terzo presidente della Soka Gakkai recentemente scomparso – «dobbiamo lottare contro il vero nemico, che non sono le armi atomiche di per sé, né gli Stati che le posseggono, bensì il modo di pensare che ne permette l’esistenza: la prontezza ad annientare gli altri quando vengono percepiti come minaccia o impedimento alla realizzazione dei propri scopi».
Questo switch tocca a ciascuno di noi, ciascuno di noi può diventare parte attiva in quell’inversione di rotta di cui dicevamo. «Quello che è possibile per uno, è possibile per tutti», diceva Gandhi. Si va via dalla mostra con addosso questo sentire percorrendo il Tunnel dell’intenzione dove, volendo, si potrà lasciare un messaggio, una considerazione, un impegno. Le frasi “catturate” da un microfono e inviate in scritte su un display visibile all’ingresso accolgono così i nuovi visitatori, in un’ideale staffetta tra chi entra e chi esce, quasi un passaggio di testimone del senso da persona a persona, da vita a vita, nella sola autentica interconnessione capace di innescare una reazione a catena finalmente salvifica.
Da non perdere.
Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari
Ospedale delle Donne, piazza S. Giovanni in Laterano 74, Roma, fino al 26 maggio 2024.
Lunedì-giovedì 9:00/19:00, venerdì-domenica 9:00/20:00. Ingresso gratuito.
La mostra è promossa da Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e Soka Gakkai International, con il sostegno di Roma Capitale e il patrocinio di Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Conferenza delle regioni e delle province autonome, RUniPace e ANCI.
Partner ICAN-International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Rete Italiana Pace e Disarmo, Pugwash, YOUTH for TPNW, IPPNW, IRIAD-Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, USPID.
Per maggiori informazioni sulla mostra e sulla campagna Senzatomica si rimanda al sito: www.senzatomica.it