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Mumble mumble, una confessione ironica e dissacrante

di Maria Francesca Stancapiano

 

Mumble mumble... ovvero confessioni di un orfano d'arte è un esilarante atto unico. Nato nel 2009, lo spettacolo viene rappresentato ancora oggi con incredibile successo.

Tre sono le storie narrate. E tutte con grande intensità. Un imprevedibile Emanuele Salce racconta due funerali e mezzo: il primo è quello del padre naturale Luciano Salce; il secondo del padre adottivo, Vittorio Gassman; il terzo è la commemorazione di se stesso che vuole liberarsi da “un alieno che da tempo, oramai, vive nel suo intestino”.

Gli elementi scenografici sono pochissimi. Tra di essi, Salce si muove con disinvoltura. Da una parte, un tavolino e un copione de I fratelli Karamazov di Dostoevskij, come ad evocare un camerino da cui egli stesso entra ed esce per mostrare la propria verve attoriale e per ritrovarsi “dentro battute” scritte e pensate da altri. Dall'altra, un lettino da psicoanalisi, sul quale si sdraia e si siede, per rialzarsi di nuovo quando vuole ritornare al centro della scena per raccontarsi. L'interprete è un uomo qualunque, senza alcuna maschera. Un essere umano che ha pianto e gioito sul più comune dei palcoscenici: quello della vita. Il protagonista, Emanuele Salce, evitando il registro della tragicità e preferendo a questo le corde dell'ironia, ci restituisce la commozione autentica di un ventenne, che perde il padre naturale, e quella di un trentenne, più maturo, che si preoccupa di una madre, rimasta vedova, per niente “rispettosa” di un uomo appena morto, Vittorio Gassman. Ma chi accompagna davvero Salce a specchiarsi nella propria anima e` un suo caro amico (Paolo Giommarelli) che cerca, da subito, di distoglierlo dalle parole di Dostoevskij - che non sembrano appartenergli – per accompagnarlo a trovare l'autenticità in se stesso. Tra versi di Petrarca e brani di Campanile, Paolo Giommarelli entra perfettamente nel personaggio. Con il suo approccio, sensibile e mai invadente, conquista la fiducia dell'altro, ascolta le sue confessioni, raccoglie la sua sofferenza per quell' “abbraccio mancato” e il suo dispiacere nel vedere troppi avvoltoi aggirarsi sulle due “carcasse paterne”.

Per novanta minuti, la coppia regala pagine di diari intimi mai scritti, momenti di un'irriverente e spudorata comicità dal retrogusto malinconico e amaro.

 

 

 

Mumble mumble…ovvero confessioni di un orfano d'arte

di Emanuele Salce e Andrea Pergolari

con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli

Teatro Tordinona, Roma, dal 7 al 12 marzo 2017