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Aristofane a Scampia e Miniature Campianesi

 

di Alfio Petrini

 

 

Da quindici anni il regista e drammaturgo Marco Martinelli fa riferimento - per l'azione performativa di studenti italiani e stranieri - alla metodica di lavoro della messa in vita, opposta e contraria alla messa in scena. Un grande successo del Teatro delle Albe, complice Ermanna Montanari, compagna di vita e di lavoro di Marco. Denominazione del progetto: Non-Scuola. Gli autori della messa in vita : Sofocle, Jarry, Euripide, Aristofane, Shakespeare, Molière, Majakowskij e altri.

I due direttori delle Albe possedevano all'avvio della Non-Scuola la competenza e la passione necessarie a determinare la auctoritas, fatta anche di determinazione, crudeltà e autodisciplina, necessarie affinché fossero quello che erano. La differenza tra le due metodiche è sostanzialmente diversa.

La messa in scena è legata fondamentalmente al teatro di tradizione : al teatro parola e alla rappresentazione dello spettacolo. L'applicazione passa attraverso le seguenti fasi: 1) scelta di un testo teatrale classico (primato rispetto allo spettacolo); 2) lettura del testo tradotto e assegnazioni delle ‘parti'; 3) spiegazione e descrizione dei personaggi intesi come esseri viventi e non come lessemi (quali sono); 4) lavoro sul tono delle battute che rivela – con il riferimento alla mimesi ripetitiva – quello che non appartiene alla identità individuale e collettiva dei performer, bensì alla realtà doppiata; 5) ideazione e progettazione dello spazio scenico in senso realistico; 6) progettazione e realizzazione di costumi, luci e musica in funzione descrittiva (come ornamento e atmosfera); 7) rappresentazione del testo.

I contenuti che caratterizzano la messa in vita sono orientativamente i seguenti: 1) scelta del testo di teatro classico e lettura in lingua originale; 2) ideazione e progettazione dello spazio scenico con riferimento al pensiero simbolico ; 3) progettazione e realizzazione di costumi, luci, canto, musica e danza in funzione espressiva; 4) lavoro sul linguaggio a matrice fisica (corpo, voce e anima); 5) lavoro sui codici espressivi; 6) improvvisazioni; 7) le azioni fisiche e i processi organici dell'attore/performer; 8) l'azione individuale e collettiva degli artisti non professionisti che agiscono nel contesto performativo della scrittura scenica; 9) verifica dell' energia vitale e delle forme organiche (credibili e affascinanti); 10) presentazione dell'evento intermediale e sinestetico (primato rispetto al testo scritto).

 

<<Sarà una linea Ravenna-Napoli-Lamezia, che legherà l'Italia disunita>>, disse Tano Grasso (assessore) a Martinelli che aveva accettato di andare a Lamezia per la realizzazione di un progetto triennale. L'episodio raccontato nel libro dal regista ravennate sulla ‘sparizione' dello spazio teatrale per la presentazione dell'evento performativo ad opera della mafia locale – stava sulla bocca di tutti i cittadini, ma nessuno pronunciava parola. Sul tema della ‘sparizione' del teatro ne so qualcosa. Sono stato protagonista di un fatto simile, accaduto qualche anno prima. Evidentemente la mafia teme la rivoluzione culturale della gente di teatro. Quando mi recavo nella sede municipale ero accolto dalla messa in scena di un balletto che suscitava imbarazzo, tanto sembrava vero. Quando entravo nella sede municipale tutti scattavano sull'attenti: sindaco, assessori e funzionari. L'atmosfera solerte e operosa si diffondeva come per magia e avevo l'impressione che il teatro mi venisse consegnato da un momento all'altro. Davo le direttive necessarie e dopo qualche ora me ne andavo con la speranza che la delibera per l'affidamento della sala sarebbe stata pronta per la settimana successiva. Ma, durante la mia assenza, non accadeva nulla. Assistevo al solito balletto, balbettavo le solite cose e mi rendevo conto che il movimento apparente coincideva con la stasi effettiva. L'andazzo andò avanti alla perfezione per tre mesi, poi scomparvi com'era scomparso il teatro. Ecco una esperienza che potrebbe essere messa in vita. Solo l'esperienza può essere testimoniata, e solo l'esperienza ci cambia la vita. È la mafia che non muore e non cambia. Si nasconde nel cuore e nella mente degli uomini

 

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Miniature Campianesi

 

Ermanna Montanari ha pubblicato il libro Miniature Campianesi con le illustrazioni di Leila Marzocchi. Balza in primo piano la prosa poetica dei racconti brevi della prima parte e la poesia in versi liberi della seconda parte. I luoghi e i personaggi sono raccontati sul filo della memoria. Sembra che facciano parte di una favola bella. I luoghi non sono la casa contadina e la terra circostante. Non sono le stanze con gli odori che salgono dalla cantina o dalla stalla. Non è il vapore della terra rivoltata. Sono i luoghi dell'anima palpitante di Ermanna fanciulla che si apre alla vita. Mai scivolone folkloristico nei gesti ripetuti dalla famiglia contadina. Neppure quando l'autrice introduce il dialetto romagnolo, una vera e propria lingua. La figura gigantesca del nonno che suscita soggezione e sicurezza, la gonna nera della nonna, la scoperta del sesso paterno, le grida per il travaglio della madre trovano parole robuste e pure. La sinestesia trama pensieri forti che legano gli uomini: non suffraga abitudini antiche e decadute.

 

 

Aristofane a Scampia. Come fare amare i classici agli adolescenti con la non scuola

di Marco Martinelli

Ponte Alle Grazie, Firenze, 2016, pp. 176, euro 14,00

 

Miniature Campianesi

di Ermanna Montanari

illustrazioni Leila Marzocchi

Oblomov Edizioni, Quartu Sant'Elena (CA), 2017, pp. 108, euro 15,00