Artemisia
di Sergio Roca
Da ventuno anni, Napoli, nel mese di maggio festeggia l'arrivo della primavera con un'insieme di performance e spettacoli definiti “Maggio dei monumenti”.
'O core 'e napule , questo è il titolo dato alla manifestazione di quest'anno, sta presentando alcune centinaia di eventi che, per varietà di offerta e scelta dei luoghi risulta, a dir poco, eccezionale.
Nell'ambito di questa kermesse ho potuto assistere, presso la Chiesa di San Gennaro all'Olmo in Via San Gregorio Armeno (la strada della botteghe dei presepi artigianali) ad Artemisia , spettacolo dedicato ad Artemisia Gentileschi, scritto e diretto da Mirko Di Martino ed interpretato da Titti Nuzzolese e Antonio D'Avino.
Il luogo prescelto per la rappresentazione è affascinante, carico di storia. Anche lo spazio scenico, molto limitato, crea la sensazione di un evento reale. Come in una epifania gli attori si materializzano e riportano gli spettatori indietro sia nel tempo che nello spazio coinvolgendoli direttamente, ricreando un'esperienza di “teatro da camera”, come si sarebbe detto in passato.
La storia della Gentileschi è ben nota.
Primo esempio di donna pittrice, in un'epoca in cui la figura femminile non era ben vista nel mondo della cultura e dell'arte (nata a Roma nel 1593 morì a Napoli nel 1653), produsse dipinti dotati di notevole realismo drammatico riprendendo gli stilemi del Caravaggio.
La pittrice divenne particolarmente famosa a seguito del processo intentato contro Agostino Tassi per stupro subito. La determinazione ed il coraggio di mantenere le proprie accuse, avanti la corte della inquisizione, anche sotto tortura, le hanno permesso di divenire figura “esemplare”, eroina di riferimento, per il movimento femminista in tutto il mondo.
Artemisia , così come vista da Mirko De Martino (ed interpretata da Titti Nuzzolese) è una donna coraggiosa, determinata, desiderosa di affermare le sue indubbie capacità artistiche ma anche una donna ferita. Ferita non solo dallo stupro ma anche nell'animo e nella dignità perché il mondo che amava, che le era congeniale e che l'avrebbe dovuta proteggere, in realtà, risultò un mondo ostile, nemico. Ostile perché donna, in un ambito lavorativo fatto di soli uomini; perché coraggiosa, nel denunciare la violenza subita; perché determinata, a non rinunciare alla sua arte ed ai suoi diritti.
La narrazione scenica della vita dell'artista è fluida e non cronologicamente lineare. Essa è composta di una trama principale cioè l'evolversi del processo inframmezzata da vari episodi in flashback , conclusi, che ci permettono di conoscere la vita della pittrice tra drammi e carriera artistica.
È una narrazione quasi da fiction quella proposta da De Martino, un modo efficace di mantenere viva l'attenzione del pubblico.
Eccellente l'interpretazione di Titti Nuzzolese, nella parte di Artemisia. L'attrice mostra grandi capacità drammatiche e riesce a trasmettere, senza quasi mostrare lo sforzo cui si sta sottoponendo, le dolorose e profonde emozioni del personaggio che interpreta.
In scena nella triplice interpretazione del giudice dell'inquisizione, del padre di Artemisia e di Agostino Tassi, il bravo Antonio D'Avino che riesce a destreggiarsi, con naturalezza, tra tutti i ruoli affidatigli non lasciando, agli spettatori, dubbi sull'identità e le “finalità” dei personaggi che è chiamato ad interpretare.
Concludendo spettacolo ben scritto, piacevole messa in scena e ben interpretato che consiglio caldamente di vedere.
Artemisia
drammaturgia e regia Mirko De Martino
Con Titti Nuzzolese e Antonio D'Avino
Costumi Annalisa Ciaramella
Aiuto regia Laura Cuomo
Produzione Teatro dell'Osso
www.artemisialospettacolo.it
Chiesa di San Gennaro all'Olmo, Napoli. In scena fino al 30 maggio il giovedì ore 20.00, sabato ore 18.00 ed ore 21.00.
@Foto Sergio Roca
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