Col Corpo Capisco #2: la ricerca dell'invisibile, inudibile, indicibile
di Livia Nigro
Alcune compagnie di danza auspicano a raggiungere l'anima e il cuore di un pubblico molto vasto, grazie alla semplicità e all'immediatezza dei contenuti. Altre realtà tersicoree, invece, ancora ermeticamente chiuse rispetto il mondo esterno al balletto, si rivolgono volutamente, attraverso un'espressione fortemente introspettiva, ad un ambiente elitario. Decisamente orientato a questo ristretto circolo, Col Corpo Capisco #2 in scena al teatro Palladium: una performance dal tema non intuitivamente comprensibile e dallo sviluppo narrativo dedicato ai più sinceri amanti e conoscitori della danza, in particolare contemporanea.
Lo spettacolo inizia con quattro danzatrici immobili sulla scena. Sono tutte molto diverse strutturalmente e indossano costumi monocromatici (bianchi e neri) in grado di esaltare le singole fisicità. Le ragazze si ‘scaldano', svuotando il palco da vari oggetti di scena apparentemente ‘dimenticati', durante le prove, che ingombrano lo spazio destinato alla performance. L'azione reale nasce con un movimento ellittico delle tre danzatrici dal costume nero, intorno all'unica dall'abito bianco, in un crescendo progressivo che raggiunge il ‘culmine' coreografico. Il tutto, poi, torna ad affievolirsi per concludersi con delle microscopiche percezioni gestuali. Questi movimenti orbitali, con la loro ciclicità e con le sequenze dei passi, ricordano il moto incessante dei pianeti che nasce dal caos per creare un successivo ordine che è destinato, per natura, all'annichilimento e al buio. Così, infatti, termina la coreografia, riproponendo movimenti molto introspettivi e poco visibili che si concludono avvolti da una totale oscurità. Il tema spaziale è sottolineato, inoltre, dalle luci e dalla colonna sonora che - nell'alternarsi di presenze e assenze - accompagnano l'azione nel suo sviluppo concettuale.
Senza dubbio intenso il lavoro delle danzatrici e della coreografa nella ricerca espressiva di sequenze estremamente pianificate. L'interpretazione risalta la loro capacità creativa, tuttavia a mio giudizio la stessa rimane troppo ‘timida', poco potente, per poter arrivare al pubblico. Personalmente avrei preferito uno sviluppo coreografico incentrato più sull'improvvisazione e sul contact (attività peraltro agevolata dal numero limitato delle danzatrici) ed avrei evitato l'uso del floor work che non sempre si adatta a tutte le tipologie di palcoscenici (risulta, infatti, essere più efficace su quelli in pendenza) perché, nella sua eccessiva ‘riservatezza', non permette al pubblico di apprezzarne l'espressività. Sarebbe stato, forse, più stimolante assistere ad un pas de deux tra danzatrici cromaticamente divergenti, i cui presupposti sono stati più volte creati senza mai concretizzarsi, per richiamare la filosofia del Tao: il concetto di bene e male, vita e morte, creazione e distruzione, centrale rispetto al tema proposto. In conclusione uno spettacolo interessante che, però, poteva osare di più. Nel, preliminarmente dichiarato, tentativo di rendere visibile il senso di inadeguatezza a comunicare, forse, si è ecceduto nella ricerca introspettiva che ha finito col rendere complicata la diffusione, nel pubblico, proprio del messaggio che si desiderava trasmettere.
Col Corpo Capisco #2
coreografia Adriana Borriello
con Adriana Borriello, Donatella Morrone, Ilenia Romano, Cinzia Sità
musica Roberto Paci Dalò
luci Marciano Rizzo
costumi Morfosis
Teatro Palladium, Roma, 22 aprile 2018 |