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Quando il teatro non è solo spettacolo:

La donna bambina di Roberto Cavosi

di Giorgio Taffon

Dobbiamo guardare un po' anche sotto la pelle, distinguendo, ma non separando la dimensione del teatro da quella dello spettacolo : direi che può valere per qualsiasi messa in scena a cui assistiamo, vale soprattutto, a mio parere, per il lavoro davvero pregevole, intitolato La donna bambina , di Roberto Cavosi, della Daniela Giordano, di un gruppo di giovanissimi allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, di altri bravi collaboratori. E bene ha fatto Manuela Kustermann a sponsorizzare l'impresa ospitando lo spettacolo nel teatro da lei diretto.

Dal punto di vista della dimensione spettacolare, l'aspetto più rilevante è la capacità testuale e scenica di allineare l'impostazione generale dello spettacolo sul piano delle nuove realtà teatrali postdrammatiche : non so se l'autore ne ha avuto consapevolezza piena, ma sta di fatto che l'invenzione del personaggio centrale, interpretato da una superba Daniela Giordano, data la sua malattia mentale, inevitabilmente porta a certe caratteristiche del postdrammatico: identità dei personaggi non realisticamente o logicamente definita; intreccio non legato a consecutività logico-narrative; quadri scenici autonomi nel contesto generale dell'azione; linguaggio verbale a volte lontano dalla langue comune. Ma, naturalmente, il valore delle scelte di Cavosi, unitamente agli altri interpreti, non va sottolineato in base a una vicinanza o meno con nuove stilistiche e aggiornate ricerche sceniche: sta di fatto che lo spettacolo ha diversi momenti di vera poesia teatrale, colpendo, come noi di Liminateatri.it siamo abituati a dire e dirci, la mente e il cuore dello spettatore (e i lunghi applausi finali per nulla “stimolati” lo dimostrano). Lo stesso clima favolistico che s'impone lungo lo sviluppo dell'azione trova sempre una plausibilità d'invenzione scenica e poetica che com-muovono lo spettatore. Il rivolgersi alla “fiaba” non è un espediente, è la tendenza molto seguita oggi in tutti i settori della creatività artistica per poter intervenire sulla realtà per mezzo di fantasia, intuizione intellettiva e immaginazione poetica: la realtà del mondo d'oggi spesso disperante non la si può aggredire vis-à-vis nelle nostre opere artistiche!

Dal punto di vista della dimensione teatrale, distinta quindi dall'effettuarsi pratico dello spettacolo, va riconosciuto a Cavosi e alla Giordano un enorme merito sul lavoro da essi svolto a fini di pedagogia e didattica teatrale. Non importa che i loro giovanissimi attori mostrino delle ingenuità o delle acerbità, importa che sappiano “abitare” comunque la scena: quasi sempre i giovani interpreti sono entrati scena per scena in un'armonia generale che ha assecondato le idee registiche di Cavosi, peraltro spesso molto suggestive. E sicuramente gran parte in ciò l'ha avuta Daniela Giordano che ha fatto molto da “chioccia” ai giovanissimi che la contornano sulla scena: la mia speranza è che quest'ultimi sappiano intuire le doti della loro maestra al fine di poter essere attori di teatro, e non solo pur bravi attori a teatro.

Una seconda speranza è che lo spettacolo venga ospitato in molti spazi lungo la nostra Penisola teatrale sempre più disastrata: occorre farsi entusiasmare da simili esperienze!

 

(Teatro Vascello, Roma maggio 2014)

La donna bambina

di Roberto Cavosi

regia di Roberto Cavosi

con Daniela Giordano, e con Giorgio Cantarini, Augustina Interlandi, Margherita Laterza, Antonio Monsellato, Angela Pepi, Barbara Petti, Guglielmo Poggi, Daniele Rienzo, Gianmarco Saurino, Marina Savino, Nicolas Zappa

scene e costumi Maria Toesca

luci Domenico De Mattia

musiche Guglielmo Poggi

assistente alla regia Nicolas Zappa