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Edipus

di Sergio Roca

Sul palcoscenico del Teatro del Lido di Ostia (Roma), una delle strutture facenti parti del Sistema Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea del Comune di Roma, si sono tenute le repliche, tra il 27 e 28 marzo 2015, dello spettacolo Edipus di Giovanni Testori così come rivisitato da Leo Muscato che ne ha curato anche la regia, interpretato da Eugenio Allegri.

Il testo originale di Testori, scritto in forma di monologo nel 1977, chiude, quella che venne definita dalla stesso autore, la “Trilogia degli Scarrozzanti”.
Gli Scarrozzanti, gruppo di guitti più che attori, nella fantasia di Testori, è una compagnia di “scavalca montagne” dove, però, non è solo la necessità di sopravvivere a spingere la compagine a proporsi sulla scena ma anche la convinzione che il teatro serva a creare, plasmare, modificare, la coscienza di chi è interessato ed assiste alle rappresentazioni.

Il percorso narrativo della trilogia nasce con L'Ambleto prosegue con Macbetto e termina, proprio, con l' Edipus , dove la struttura teatrale giunge alla rarefazione massima della presenza scenica. Gli Scarrozzanti, come ensemble , non ci sono più. Il capocomico, abbandonato sia dalla prima attrice (accasatasi con un mobiliere di Meda) che dal primo attore (passato a recitare nell'avanspettacolo) è rimasto solo ad interpretare tutta la tragedia di Edipo nella sua visione “moderna” sospesa tra la scrittura sofoclea, per ciò che riguarda la visione epica della storia, e la dimensione materiale, disillusa, fatta di miserie e quotidianità che, poi, è il filo conduttore di tutta la trilogia di Testori.
L' Edipo di Testori, (l' Edipus ), intreccia il racconto di re Laio, della regina Giocasta e di Edipo stesso, con quello della vita dello stesso capocomico, e lo fa usando un linguaggio inventato, volutamente dissacrante e scurrile. Una lingua creata dall'autore (ed usata in tutta la trilogia) posta tra un finto aulico ed un italiano regionale, volgare e pesante.

La messa in scena, curata da Muscato, riprende, in massima parte, quanto prescritto da Testori nel copione. Una rivisitazione delicata, sobria, ma con una regia attenta al dettaglio, ai movimenti, alle musiche. Esempio interessante è la citazione musicale di O mia bela Madunina , usata come refrain , che tende ad accompagnare quasi tutto il percorso, il travaglio, emotivo dell'ultimo Scarrozzante. Il “pacchetto” è ben confezionato e permette agli spettatori di fruire di uno spettacolo fluido ed intrigante con notevoli variazioni recitative sia nei ritmi che nelle tonalità.
Lo stesso Muscato ha dichiarato di aver “pensato” questo spettacolo proprio per Eugenio Allegri che nella parte del capo comico mostra tutta la sua istrionica capacità attoriale.
Il ritmo è incalzante. Impossibile deconcentrarsi anche quando la recitazione diviene più intimista ovvero quando lo Scarrozzante narra di sé e delle sue miserie di uomo, d'attore e d'impresario.
Il massimo della spettacolarizzazione, senza dubbio, si raggiunge, ovviamente, quando Allegri recita le parti “simultanee” di Edipo e Laio o di Edipo e Giocasta restituendo una credibilità scenica eccezionale: credibile pur nell'evidente impossibilità reale della compresenza di entrambi i personaggi: è lì che il gioco del teatro nel teatro e sul teatro, voluto dall'autore, rende palese l'efficacia del binomio Allegri/Muscato portando avanti, con sorprendente naturalezza, il messaggio non sonoro, quello sulle immagini, tanto caro a Testori. Come molti sapranno, infatti, assieme all'attività di drammaturgo Testori svolse, per tutta la sua vita, la professione di critico d'arte. Si sentì tanto debitore verso la pittura da affermare, in una intervista, che la sua ispirazione derivava interamente dai pittori («i suoi padri» ) ed in particolare quelli lombardi del periodo rinascimentale e seicentesco.

Uno spettacolo, nell'insieme, che mi ha lasciato pienamente soddisfatto. Unica nota “stonata” (di cui certo non possono essere considerati colpevoli i realizzatori dell'allestimento, anzi) è stata, almeno per quanto riguarda la replica cui ho assistito (sabato 28 marzo), la scarsa affluenza di pubblico.

Edipus

di Giovanni Testori

con Eugenio Allegri

regia di Leo Muscato

assistente alla regia Elisa Benedetta Marinoni

disegno luci Alessandro Verrazzi

scene e costumi Barbara Bessi

produzione Pierfrancesco Pisani e OffRome

in collaborazione con NidodiRagno ed Infinito S.r.l.

Teatro del Lido, Roma