Erodìas
di
Giorgio Taffon
Serata di vero teatro quella offertaci, il 15 settembre, nell'ambito della rassegna romana Short theatre , diretta da Fabrizio Arcuri, presso gli spazi testaccini della Pelanda, ex Mattatoio comunale! Merito di Testori, dell'interprete sulla scena Federica Fracassi, del regista Renzo Martinelli, della drammaturga Francesca Garolla e degli altri collaboratori. Ho cercato di vivere l'esperienza dello spettacolo semplicemente da spettatore, in una sala gremita, con un parterre fitto di personalità del mondo dello spettacolo e di quei ‘testoriani', non molti, per la verità, residenti in questa nostra disgraziatissima e pericolante capitale. Da spettatore, dunque, anche se i lunghi anni da me dedicati all'insegnamento di un autore quale è Testori, e alla scrittura di diversi contributi a suo tempo pubblicati (l'ultimo è del 2011, Dedicato a Testori. Lo scrivano tra arte e vita , Roma, Bulzoni), in qualche modo hanno condizionato la mia fruizione di spettatore nell' hic et nunc della messa in scena. Allora, trovandoci nel caso di un teatro in cui regista e attrice mettono in scena un testo prescritto, avvalorato da precedenti allestimenti lungo gli anni (quelli di Adriana Innocenti, Sandro Lombardi, Maria Paiato, Iaia Forte, Arianna Scommegna, e mi scuso di eventuali dimenticanze), mi pare significativo sottolineare, nel saper ‘affrontare' un testo, al limite anche contrapponendovisi, quali valori teatrali ne derivino, e fare un bilancio fra essi e gli eventuali disvalori. Fra armonie e disarmonie di costruzione dello spettacolo. Tra contraddizioni e coerenze stilistiche ed espressive. Tra freddezze ed emozioni.
L' Erodiàs testoriana scenicamente realizzata da Federica Fracassi e Renzo Martinelli registra, a mio parere, un bilancio davvero positivo. Innanzi tutto per il coraggio di provare nuove vie interpretative, tramite, ad esempio, l'intuizione di portare il personaggio antico biblico all'autoidentificazione con Jokanaan, Giovanni il Battista, l'uomo da essa amato sopra ogni cosa e da essa fatto uccidere. Un secondo aspetto molto importante se non decisivo investe la scelta di tralasciare la natura drammaturgica del personaggio Erodiade, in quanto metateatralmente attrice appartenente alla stirpe testoriana degli Scarozzanti, gli attori poveri in canna e piuttosto ignoranti che scavalcando le montagne provano a rappresentare grandi testi tragici. Ne consegue, altro aspetto creativo, la scelta di limitare molto dal punto di vista tonetico e della pronuncia quello strato di origine dialettale lombarda, anzi, più precisamente brianzola, alta Brianza, che connota la lingua altamente teatrale del Nostro: ma che è anche lingua delle origini, di un universo materno, di una terra-utero. Ma tale indirizzo ci sta, se come penso abbiano fatto i nostri teatranti, si tengono presenti le prime due versioni, del '69 e dell' '84, con le quali lo scrittore si misurò con un' Erodiade più mitizzata, il cui straripante e forte linguaggio è tutto intessuto con un italiano standard, anche se fortemente letterario e intellettualistico. Una Erodiade semmai intravista e vista nelle tele del seicentesco gran pittore Francesco del Cairo, uno dei ‘padri' testoriani: e non per nulla i creatori di questa messa in scena ne tengono molto conto, nel momento in cui dall'inizio Erodiàs, come una bambola russa, è ‘dentro' un costume sei-settecentesco, gran dama ritratta sulla scena, dove appare, prima di uscir fuori dal costume, sola col suo volto barbuto, identificato anche, dunque, con quello del profeta, slungando una lingua come nei ritratti caireschi; essi sono tre, e nel terzo il Cairo tratteggia una regina puttanesca, infoiata, eroticamente esplosiva; è il coté scelto dai nostri artisti del Teatro i di Milano, i quali creano una scenografia richiamante i peep show, o un negozio di sexy toys, o uno spazio mentale in cui il plexigas nei grandi pannelli-vetrine sembra dirci di poter ‘vedere' dentro la testa di Erodiàs-Jokanaan.
Da questo punto di vista il bilancio risulta meno positivo: la sia pur bravissima attrice troppo concede alle azioni fisiche, che a volte divengono pura e inutile gestualità, la quale finisce per strumentalizzare il testo, e per sacrificare il ritmo versale della tessitura drammaturgica stessa, compresa la struttura eufonetica a cui portano le rime stesse (il testo riporta all'antica provenzale forma del Lai, lamento d'amore). Certamente nel finale, quando Erodiàs molto laicamente si pone in attesa molto poco fiduciosa di una dimensione spirituale e cristologica, la Fracassi raggiunge una capacità di tropismo (e commozione) con gli spettatori di grande efficacia: smorza i toni, e i volumi, ammorbidisce la postura corporea, e dà a Erodiade una maggior comprensione del rifiuto del suo amore da parte di Jokanaan, a favore dell'amore totalizzante del futuro Salvatore, Gesù Cristo, Dio fattosi carne, non più astrazione per la cultura di Erodiade. Anche la regia, pur in bilancio sempre positivo del lavoro svolto, ha degli squilibri: elementi sonori che si sovrappongono alla voce attorale, anziché interagire con e per essa; come pure, a mio parere, il taglio generale dato allo spettacolo di un Eros travolgente, comporta qualche corrività esteticamente di poco gusto. Per chiudere direi che la Erodiàs realizzata da Federica Fracassi e Renzo Martinelli, si segnala fortemente per delle nuove e molto interessanti intuizioni interpretative delle visioni teatrali testoriane, così contraddittorie, sofferte, mai riposanti e solo in parte pacificatrici: <<il peso eversivo del teatro è proporzionale alla sua capacità di distruggere le condizioni civili (storiche, sociali e politiche) di chi l'accosta>> (da Il ventre del teatro di Giovanni Testori).
Erodiàs
di Giovanni Testori
regia Renzo Martinelli
con Federica Fracassi
assistente alla regia Irene Petra Zani
dramaturg Francesca Garolla
suono Fabio Cinicola
luci Mattia De Pace
consulenza artistica Sandro Lombardi
creazione costume d'epoca Cesare Moriggi
consulenza e realizzazione oggetti di scena Laura Claus
crediti fotografici di: Laila Pozzo Short Theatre, Roma, 14 e 15 settembre 2017 |