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Seminari di Drammaturgia (13)

“KaralizzaAutore teatrale, ovvero come si commissiona un testo su misura”

di Alfio Petrini

 

David Conati si è presentato come un giullare. Ha imbracciato la chitarra e si è messo a cantare utilizzando il frammento di una favola. Il coinvolgimento dei partecipanti alla performance è stato decisamente vincente.

Conati è un drammaturgo esperto che sa molto bene come si progetta e come si realizza un testo linguistico destinato ad avere un rapporto con la scena, quindi ad essere messo in vita . Mi sembra di poter dire che conosce gli elementi fondanti della semiotica moderna, tanto da risultare convincente in diversi passaggi, soprattutto nell'attraversamento degli “esercizi di stile”. Il che ha rivelato il senso del suo fare teatro in favola. Conati non punta esclusivamente sulla trasmissione dei contenuti, ovvero sulla veicolazione dei “messaggi”, ma tiene in buona considerazione il problema del linguaggio teatrale inteso come ricerca della forma più affascinante per comunicare il senso della storia che ha deciso di raccontare. Svolge da molti anni una intensa attività di scrittura drammaturgica nell'ambito del cosiddetto teatro per ragazzi ed essendo anche musicista, utilizza la parola fino al canto. Su questo versante ha dato prova di notevole abilità, suffragata da una gradevole ironia, da approfondite consapevolezze teoriche e da sicure abilità pratiche.

Conati ha evidentemente ampie relazioni con compagnie teatrali, registi e attori, se è vero, com'è vero, che riceve molte offerte di lavoro su commissione. Lavorando su commissione per chi scrive? Scrive pensando all'attore, al regista, al team tecnico e artistico di riferimento; non scrive pensando allo spettatore, il quale è un entità astratta, e come tale non fornisce particolari stimoli al drammaturgo. E, volente o nolente, Conati scrive per l'attore anche quando scrive testi linguistici per se stesso, cioè quando si mette in gioco come attore e come regista di se stesso. Se il drammaturgo debba scrivere per lo spettatore oppure per l'attore è una questione emersa più volte nel corso dei seminari precedenti. Ci torno sopra, anche se in modo fugace. Appare come cosa irrilevante, ma non lo è assolutamente. La individuazione del destinatario del testo linguistico incide sulla qualità della scrittura e, di rimbalzo, sulla qualità della scrittura scenica. La scelta è una premessa di fondamentale importanza per il drammaturgo. Comunicare un “messaggio” a un interlocutore invisibile qual è lo spettatore o mettere l'attore che lavora sui processi organici oppure sui processi di astrazione nella condizione di stabilire un rapporto di proficua collaborazione tra testo e scena , non è ovviamente la stessa cosa. Le diverse pratiche necessitano di atteggiamenti mentali e di comportamenti diversi, tali da determinare - almeno in parte - la qualità del risultato finale.