Un grazie a te, Mariangela
di Letizia Bernazza
Non c'è molto da dire, dopo aver partecipato a Bello Mondo di Mariangela Gualtieri.
Non c'è molto da dire nel senso che, con le mie parole, rischierei di distruggere il canto poetico, la partitura di grande bellezza che Mariangela Gualtieri è riuscita a cucire su se stessa e a trasmettere con incredibile forza a noi partecipanti.
Credo che la cosa migliore da fare di fronte a tanta poesia, sia di mettersi all'ascolto dei nostri cuori e tacere. Per un attimo, per più di un attimo forse, e tacere. Sì, tacere. Imparare a stare in silenzio. In religioso silenzio, senza permettere che nulla ci disturbi, ci distragga, ci inquini.
E, finalmente, ascoltare: cosa che non sappiamo più fare.
Questi sono stati i miei sentimenti qualche sera fa all'Angelo Mai di Roma, quando ho avuto il privilegio di essere presente - in compagnia di un pubblico davvero tanto numeroso - a quel meraviglioso e incredibile flusso di versi che Mariangela ha saputo regalarci, rendendoci delle creature prodigiose di un unico e stupefacente Universo. Un Universo di cui siamo frammenti inscindibili, parte di un Tutto, da rispettare e da preservare. È da qui, infatti, che scaturiscono le parole vibranti della poetessa-attrice: parole sussurrate, accorate, bisbigliate, che suonano come un inno genuino alla Natura e alla potenza arcaica del Mondo. Al ritmo delle stagioni e alla loro ebbrezza che risveglia la vita, alla Primavera, fonte di energia, ma anche al quel vento impetuoso che scuote, a volte, la nostra tranquillità o alle incalzanti «formiche mentali» che ci ingombrano il cervello, impedendoci gioia e leggerezza. Poi, però, a tratti, ogni cosa si placa. Nell'intima contrapposizione di aspro e di pietoso procedere del ritmo dell'esistenza, l'interprete ci invita al raccoglimento, all'indulgere sereno dello “stare fermi”, esortandoci ad affinare la nostra sensibilità. Soltanto così impareremo a non trascurare i particolari e i respiri degli esseri viventi, a stare nell'attesa del mistero da cui sprigionano “polveri d'amore”. Sebbene tutto ciò richieda energia, attimi del nostro tempo, dedizione. Sono l'attenzione e la cura ad essere messi in primo piano. Per tutte le creature e per chi ci ha generato, la Madre in primo luogo: colei, la quale con la sua pazienza e con il suo insegnamento di sana “lotta contro il tempo”, sa trasmetterci la resistenza e il coraggio di fronte alla vita. Una forza di cui abbiamo bisogno e che possiamo trarre dalla memoria poetica del nostro passato e del nostro esistere presente.
Ed è per tutto questo che ringrazio Mariangela: per aver aperto a tutti noi una fenditura sul nostro “Bello Mondo” intriso di ombre, ma al contempo di tanto Amore, in cui ho ritrovato la traccia “sanguigna” del Teatro Valdoca - di cui Mariangela è stata fondatrice insieme a Cesare Ronconi negli Anni Ottanta - caratterizzato, sin dal suo esordio, dalla volontà di porsi come un gruppo che sapesse far coesistere, senza frattura alcuna, il testo scritto con la “presenza” degli attori, dando forza alla parola poetica che, in una sorta di eccezionale “baratto”, potesse far coesistere la voce e il gesto nel “qui ed ora” della messinscena.
Mariangela è capace di dare corpo alla sua sapienza poetica, esplorando le sonorità e le venature più riposte dei propri versi, con una originale meraviglia che riesce a parlare, sempre, con i luoghi intimi dello spettatore. Sono luminose le sue “giovani parole”, rito collettivo che reclama l'unione con i partecipanti e con la loro consapevolezza di far parte di un “Tutto”. Le giovani parole (Einaudi, 2015) è il volume da cui la Gualtieri trae la maggior parte dei versi cantati in Bello Mondo . I riferimenti spaziano da Beppe Salvia a Sant'Agostino, da Amelia Rosselli a Ezra Pound, da Arthur Rimbaud a Robert Louis Stevenson, da Bruno Schulz a Jorge Luis Borges . È il poeta di origine argentina, a guidare l'ode finale del suo ringraziamento: la poesia dei doni è l'epilogo dell'umana percezione dell'esistere, il canto al senso più profondo della nostra appartenenza, a un Mondo che merita comprensione e compassione. Indispensabili se vogliamo continuare ad esistere. La mia riconoscenza sincera a te Mariangela per: <<… il divino labirinto degli effetti e delle cause, per la diversità delle creature che compongono questo singolare universo, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto…>>. E, per avermi dato l'opportunità di abbracciarmi con amiche di sempre, con me all'Angelo Mai, mentre pronunciavi i tuoi versi, fonte di commozione e di amore profondi.
BELLO MONDO
Rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri.
Con la guida di Cesare Ronconi.
Produzione Teatro Valdoca.
Angelo Mai, Roma, 13 e 14 maggio 2016.
foto di @Melina Mulas
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